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FC Union Pro Mogliano-Preganziol: due parole con Enrico Lorenzoni

3 minuti di lettura

Come noto, il Presidente ha annunciato le proprie dimissioni dal prossimo giugno.

Da due giorni, cittadini e politica locale, si interrogano sul futuro della società calcistica divenuta simbolo di due Comuni: Preganziol e Mogliano Veneto.

Il presidente Enrico Lorenzoni ha annunciato le dimissioni a partire dal prossimo giugno.
Pronta la reazione di cittadini e amministratori locali. L’assessore allo Sport di Mogliano Veneto, Enrico Maria Pavan ed il sindaco di Preganziol, Paolo Galeano, hanno rimarcato da subito l’ottima collaborazione e sodalizio instauratosi. Dispiaciuti della notizia moltissimi cittadini, frequentanti o meno la società. Interrogativi e preoccupazione sinceri.

Incontro Enrico ieri sera, nel “suo” secondo posto di lavoro, lo stadio comunale di Mogliano, scambiamo qualche parola.

“Buonasera, Presidente!”
Mi sorride ed esclama: “Beh, ancora per poco.”

Spero di no, lo penso, sto zitto. Ci accomodiamo nella nuova Club House da lui voluta ed organizzata, e scambiamo due chiacchiere. Chiedo quindi cosa sia successo.

“Guarda, sono esausto… sempre e sempre criticato, attaccato, come nulla avessi speso, personalmente. Quando arrivai, cinque anni fa, le selezioni erano una consuetudine: ad esempio, ora, lavorando coesi e facendo crescere i ragazzi, abbiamo due squadre Provinciali ad affiancare i ragazzi pronti per la categoria Elite. Molti ragazzini iscritti venivano indirizzati verso altre società, perché giudicati non abbastanza bravi. Esodati, magari, ancora prima di dimostrare quel che valevano. Bimbi o ragazzini, che proferivano passione e frequenza negli allenamenti, allontanati rispetto a chi, magari, più capace, mancava di impegno. Selezioni strettissime e attenzioni esclusive dedicate alla prima squadra. Ora, sotto la mia presidenza, possiamo contare su 23 squadre, di ogni categoria ed età e siamo, finalmente, riusciti a dare priorità allo sport, non lasciando indietro nessuno. Voglio sia premiato l’impegno e la costanza, non esclusivamente la capacità o l’attitudine calcistica.”

“Giusto, molti ragazzi e bimbi sono stati indirizzati altrove e non sempre i genitori potevano gestire la situazione, questo ti fa onore, credo…”

“Ripeto, da quando ho preso in mano la società, nel 2017, nessuno è mai rimasto indietro. Oltretutto, ho cercato appoggi tra aziende che mi hanno aiutato ad apportare migliorie e restaurazioni nella struttura, molto complessa, che rappresenta lo stadio comunale. Per non parlare poi dell’ottimo rapporto instaurato con le amministrazioni comunali di Mogliano e Preganziol. Una proattività costruita con la trasparenza e la volontà di fare sport”.

“Quindi, non solo sport, nella società…”
“Sono rimasto abbastanza perplesso, appena arrivato, nel vedere che la maggior parte delle risorse venivano spese nella e per la prima squadra. Lo steccato a bordo campo marciva, ma non era prioritario. Si badava alla vittoria, al risultato netto. Anche l’altro giorno, ad esempio, stavamo vincendo 7 a 0. Mi sono chiesto perché non abbiano fatto entrare i ragazzi che, solitamente, giocano di meno. E, nulla da fare, la tara della ricerca della vittoria. Per me la vittoria è l’impegno del singolo, per far crescere una squadra.”

Anche perché, gli sto per far notare che Preganziol e Mogliano hanno bisogno di… “vedi, perché non creare una prima squadra, non importa in che categoria, che valorizza i giocatori locali, i ragazzi che più si sono distinti per l’impegno, per la presenza in squadra e per la frequentazione della nostra Union Pro? C’è bisogno di partecipazione e condivisione… di gente che venga a vedere le partite, che si mangi qui una pizza, che faccia comunità! La vittoria non sempre porta successo. Ho organizzato eventi nella nuova Club House, praticamente sponsorizzata da aziende locali, che possono davvero creare aggregazione ed evento al di fuori dell’ambito calcistico”.

“Quindi, le tue dimissioni, perché?”

“Lo dico e l’ho scritto da giorni: chi sa, faccia. Io mi tolgo, sono esausto di esser sempre e comunque criticato per la priorità che cerco di limitare, ma non di togliere, alla prima squadra. Vittorie, forse, ma anche no. Critiche che arrivano da più fronti sinceramente mi snervano. Ci ho messo passione, dedicato tempo, la mia famiglia mi ha coadiuvato. Ripeto, chi sa, faccia.”

Che dire, le idee di Enrico Lorenzoni sembrano proprio funzionare, a vedere l’Union Pro, oggi, come società sportiva che serve ben due Comuni. Che crea, ora, aggregazione, sana competizione, divertimento, amicizia.
Pare che “il risultato”, la “prima squadra”, la “vittoria” siano necessarie, a scapito di ragazzi e bimbi che praticano sport, serenamente. Vogliamo davvero questo svanisca?

Anche perché, come dice Lorenzoni, “chi sa, ora fa”.

A me pare sia molto più un “chissà!”, non un “chi sa”.

A parole siamo capaci tutti. A fatti… beh, a quelli, per ora, ci ha pensato Enrico Lorenzoni.
Avanti il prossimo? Anche no, grazie!

Gianluca Longo

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