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Intervista a Carolina Sala, giovane attrice emergente di Conegliano Veneto

5 minuti di lettura

Una chiacchierata con una giovanissima attrice emergente di Conegliano Veneto, Carolina Sala, che abbiamo conosciuto in TV nel 2019 con la fiction RAI “Pezzi unici” e poco più di un mese fa anche su Netflix con la miniserie “Fedeltà” (VM14).
Molto presto Carolina debutterà anche al cinema con l’attesa uscita del thriller “Vetro” , presentato in anteprima al Bif&s di Bari (dal 26 marzo al 2 aprile)

• Ciao Carolina, per noi è un grande piacere condurre questa intervista, che vorremmo iniziare con una domanda classica. Ci parli un po’ di te, chi sei e come è nata la tua attrazione verso il teatro e la recitazione?

Alla mia attrazione, o passione, per il teatro non so dare esattamente un’origine in un momento specifico. In qualche modo sono sempre stata attratta da questo mondo e dall’ambiente, cercavo in ogni tipo di recita, da piccola, di buttarmi sempre.
Ho anche partecipato alla Dama Castellana, attorno alle medie, perché mi piaceva moltissimo e cercavo in tutti modi di essere partecipe anche in questo tipo di eventi che implicavano l’uso di costumi. Poi a 15 anni, in seconda superiore, ho iniziato a frequentare in modo un pochino più serio dei corsi di teatro e per quanto fosse un po’ un gioco in un certo senso all’inizio, avevo da sempre questo desiderio che diventasse qualcosa di più, quindi in qualche modo lavoravo già come se fosse qualcosa di più, mi impegnavo al massimo. Ho iniziato a frequentare dei corsi all’Accademia teatrale “Da Ponte” di Vittorio Veneto ed ero lì praticamente tutti i giorni anche se non c’era il corso. Nel giro di qualche anno sono entrata nelle compagnie professionistiche create sotto l’Accademia, di cui tuttora faccio parte di una che fa spettacoli per bambini, la “Little Shakespeare Company”. Da lì ho iniziato a fare spettacoli già da quando avevo 16/17 anni. In uno di questi spettacoli, che è “Romeo & Giulietta”, quello che attualmente è il mio agente di cinema, che era venuto a vedere lo spettacolo, mi ha visto e ha deciso di prendermi in agenzia. Quindi ho iniziato a fare su e giù per provini da casa, Conegliano, a Roma.
Ecco, questo è un pochino come è nato tutto, più o meno attorno all’ultimo anno di liceo.


• Per cui possiamo dire che tu sei una di quelle attrici che hanno detto di voler recitare fin da bambine…

Sì!


• Allora parliamo di due personaggi che ti hanno fatta conoscere al grande pubblico: Valentina di “Pezzi unici”, contro una più recente Sofia di “Fedeltà”. Come ti sei preparata per immedesimarti in entrambi i ruoli, così diversi tra loro?

Valentina di “Pezzi unici” è stata il mio primissimo ruolo, la prima cosa per cui sono stata presa. Abbiamo iniziato a girare mentre io stavo dando l’esame di maturità e mi trovavo a lavorare con Cinzia TH Torrini e Sergio Castellitto, quindi due personaggi del panorama italiano importanti.
Valentina è un personaggio completamente diverso rispetto a Sofia, proprio come approccio. Valentina è molto più timida, molto insicura, in un modo simile all’insicurezza che nutrivo anch’io nello stare su un set e vedere questo mondo così nuovo. Quindi in un certo senso la sua timidezza, la sua paura, era in qualche modo anche la mia, e anche l’emozione di stare lì e imparare da dei grandi professionisti. Con Sofia c’era più esperienza, avevo fatto anche altre cose dopo “Pezzi Unici”, sono cresciuta anche io, quindi dopo un pochino di anni c’è stato anche un approccio, una maturità, diversa al personaggio. Sicuramente ho avuto anche più la capacità di strutturare e di affrontare determinati personaggi che, come Sofia, viene descritto in modo molto più complesso nella storia. Anche Valentina ha le sue complessità, ovviamente non era un personaggio semplice, ma in Sofia viene più esplorato questo suo aspetto traumatico e problematico. Sicuramente mi sono appoggiata al libro “Fedeltà” di Marco Missiroli, bellissimo, e a letture di tipo psicologico, per capire come poteva essere una persona che ha affrontato il trauma che ha passato Sofia.
Ma anche l’avvicinarsi a parlare con i registi, come Michele Riondino, con cui sostanzialmente ho fatto quasi tutta la serie, la maggior parte delle scene erano con lui…


• Che effetto ti fa rivederti sullo schermo?

Le cose che faccio le rivedo sempre più volte per cercare di capire cosa vorrei fare meglio, dove mi sono piaciuta… Le rivedo più volte, perché la prima volta è sempre un po’ traumatica, fa un po’ impressione. Quindi ti rivedi una prima volta e poi dalla seconda inizi a guardare davvero la storia e a capire che cosa succede davvero. Prima ti concentri solo su piccole cose, piccole espressioni che hai fatto, oppure pensi a che cosa è successo dietro alle telecamere in quella scena, e ti ricordi dove stavi, quanto freddo faceva quando giravi quella scena sostanzialmente in maniche corte, cose così.


Sappiamo della tua costante “ricerca delle cose difficili”, come hai dichiarato in un’altra intervista. Forse perché il difficile ha sempre uno scalino in più da percorrere?

Sì, credo che sia molto calzante. Mi piace mettermi alla prova sempre con personaggi diversi, con personaggi complessi ma non necessariamente perché hanno vissuto un passato particolarmente difficile, ma anche proprio per la storia, per quello che passano. Alla fine siamo tutti complessi e ogni storia è diversa anche nella sua apparente linearità. Quindi sì, mi piace affrontare sempre qualcosa di molto diverso e che, anzi, sia molto distante da me. Su questo sono sempre stata molto fortunata, perché ho ricoperto ruoli di personaggi con cui non mi identifico molto.


• Considerato che cinema, tv e teatro diventano un affresco dove cogliere talenti ed emozioni da offrire al pubblico… In che modo la tua innata predilezione per l’arte influenza il tuo recitare?

Diciamo che è qualcosa che vivi un pochino a tutto tondo, non sai bene dove si incastrano però sai che in un certo modo tutto si influenza, tutto va a collaborare per creare qualcosa, in ogni ambito. È questo un po’ il bello dell’arte, che non è a compartimenti stagni, ma c’è sempre un modo per far comunicare la storia dell’arte – che sto studiando – con il cinema, il teatro… C’è sempre, nella diversità, un punto di incontro che è bello scoprire.


Chi è Carolina quando non sta sul set?

In questo momento Carolina è una studentessa universitaria, mi sto laureando in Storia dell’arte a Ca’ Foscari, Carolina è una persona che… Beh, è sempre un po’ difficile definirmi, mi sto ancora un pochino scoprendo, credo. È una persona che gira come una trottola per tutta Italia, un po’ per lavoro, un po’ per mille motivi. È una persona che ama andare a fare un bacaro tour in giro per Venezia appena torna e può rivedere tutti gli amici di casa.


• Grazie Carolina per questo bel momento, invitiamo naturalmente tutti i nostri lettori e lettrici a conoscerti sul grande schermo e ti facciamo un grande in bocca al lupo per i tuoi studi e per una fiorente carriera nel cinema e nel teatro!

Grazie a te! Anche perché sta per uscire un film, “Vetro”. Uscirà il 7 aprile al cinema ed è un progetto a cui sono molto legata, quindi sono molto, molto contenta che stia per essere conosciuto!

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