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Sequestrato capannone a Marghera

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Nella mattinata odierna personale del Commissariato di Marghera ha proceduto all’esecuzione del decreto di sequestro preventivo dell’immobile sito a Marghera, in via Banchina dei Molini n. 14, che, dal marzo 2016, era locato all’Associazione Africani di Venezia, nella persona del suo presidente e amministratore unico, G.Z.B.C., ivoriano del ‘63.
 
Il capannone era noto per essere diventato nel tempo luogo di ritrovo di cittadini extracomunitari e non, nel quale venivano organizzate feste e veri e propri rave party, che vedevano la partecipazione di un elevato numero di giovani, con musica e vendita di sostanze alcoliche, pur non avendo le prescritte autorizzazioni di legge.
 
Diverse le segnalazioni alla Polizia per l’uso improprio dei locali da parte del Presidente dell’associazione africana di Venezia, sebbene, inizialmente, quest’ultimo si fosse dimostrato collaborativo con le Autorità, adempiendo alle prescrizioni dei provvedimenti di diffida ex art. 18 Tulps dal Questore di Venezia, che gli negavano la possibilità di organizzare feste aventi le caratteristiche di “spettacoli e intrattenimento aperto al pubblico”.
 
La situazione degenera, poi, nel corso del 2018, quando il Presidente dell’Associazione ricomincia ad organizzare feste notturne e, addirittura, come accertato successivamente, a fittare i locali ad altri gruppi per l’organizzazione di eventi della durata di intere giornate. Ricominciano gli interventi delle Volanti della Questura, su richiesta degli stessi avventori, per risse e aggressioni scoppiate all’interno e in prossimità dei locali, oltre che su chiamata dei residenti della zona, disturbati dagli schiamazzi e dalla musica a tutto volume. 
 
Il G.Z.B.C. comincia a dimostrarsi inosservante ai nuovi provvedimenti di diffida e alla misura dell’avviso orale del Questore formalizzata nei suoi confronti, e continua ad organizzare attività di intrattenimento senza avere le prescritte autorizzazioni, di fatto esercitando un’attività aperta al pubblico camuffata da circolo privato. 
 
Nel corso degli accertamenti esperiti dal Commissariato è, infatti, emerso che l’accesso alle feste non era riservato ai soci del circolo – che, peraltro, non disponeva di alcun registro soci – ma, al contrario, era consentito indistintamente a chiunque acquistasse il ticket all’ingresso. Gli eventi venivano pubblicizzati, inizialmente, tramite pagina Facebook; successivamente si è accertato poi il ricorso al “passaparola” su gruppi whatsapp, più difficilmente monitorabile da parte dei poliziotti.
 
Il locale era, inoltre, sprovvisto di licenza di agibilità e il conduttore era inadempiente rispetto agli obblighi imposti dalla normativa antincendio, che prevede, per i locali di pubblico spettacolo, una verifica da parte della Commissione tecnica per saggiare la solidità e la sicurezza dell’edificio, oltre che la predisposizione di idonee uscite di sicurezza atte a sgomberare l’edificio in caso di incendio. Al riguardo, durante i sopralluoghi effettuati dal Commissariato, è stata accertata la presenza di materiali incendiabili (legno, materassi, divani, materiale plastico, una bombola del gas, apparecchi elettrici e cavi scoperti). Tutte circostanze che rendevano di fatto pericolosa – oltre che illegittima – qualsiasi tipologia di attività di pubblico spettacolo.
 
Da qui la denuncia per i reati di cui all’art. 20 co. 1 D. Lgs. 139/2006 e del reato di cui all’art. 681 c.p. in relazione all’art. 80 Tulps, in forma continuata, oltre che per inosservanza dei provvedimenti del Questore (art. 650 c.p.), con richiesta della misura cautelare del sequestro preventivo del capannone.
 
Peraltro, anche in orari di chiusura al pubblico, il Presidente dell’Associazione ospitava soggetti extracomunitari, omettendone le dovute dichiarazioni all’Autorità di P.S., circostanze tutte rilevate dal personale del Commissariato di Marghera che ha elevato per i medesimi fatti sanzioni amministrative a suo carico. 
 
Anche in data odierna, in occasione dell’esecuzione del decreto di sequestro emesso dal G.I.P., all’interno del capannone erano presenti, oltre al Presidente dell’Associazione, altre 4 persone, di cui due stranieri extra-comunitari privi di permesso di soggiorno e irregolari sul territorio nazionale, nei confronti dei quali è stato formalizzato provvedimento di espulsione. 

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