Oggi inauguriamo la pubblicazione a puntate del libro scritto da un concittadino, Nuccio Sapuppo. In questa raccolta l’autore ha voluto raccontare – in forma di monografie – luoghi, avvenimenti e personaggi figli di Mogliano che si sono distinti per le opere che hanno compiuto nella loro vita
Questo libro scritto da Nuccio Sapuppo si intitola “L’Album dei ricordi” ed è la storia di Mogliano Veneto con il sistema delle monografie. Si compone da due parti. La prima contiene l’insieme delle fotografie a colori dei monumenti, avvenimenti, e dei personaggi che durante la loro vita si sono distinti per talento e ingegno nei vari campi della cultura, dell’arte e dell’imprenditoria. Ma, purtroppo, come qualsiasi altro angolo del mondo, anche Mogliano nel suo Album di ricordi mostra anche “l’Altra Faccia”, che compone la seconda parte del libro. La faccia cioè composta da fotografie in bianco e nero. Quella composta da azioni scorrette o perlomeno poco edificanti, quella parte che nessun cittadino moglianese del passato, del presente o del futuro avrebbe mai voluto leggere.
L’Abbazia Benedettina
costruita intorno all’anno mille
L’Abbazia Benedettina, costruita intorno all’anno mille volutamente nel cuore del paese, costituisce la più importante testimonianza della innegabile vetustà di Mogliano Veneto ed è fatta risalire dagli storici addirittura all’epoca paleocristiana, in cui l’Abbazia fu costruita già con compiti importanti di protagonista nell’ambito dell’economia e della gestione di un vasto territorio circostante.
Dopo un lungo periodo nel quale l’Abbazia fu occupata da una Comunità di Frati Benedettini per i quali era stata costruita e dopo aver attraversato un altrettanto lungo periodo di totale abbandono, in occasione di una radicale ristrutturazione sia della struttura dell’Abbazia e della Chiesa posizionata in fianco, l’intero Manufatto passò alle Suore Benedettine e da allora fu più comunemente denominata Convento.
L’Abbazia sia per il suo ruolo che esercitava e sia per la posizione strategica che occupava, ha subito nel tempo svariati saccheggi e distruzioni da parte di alcune truppe di passaggio attraverso la grande via di comunicazione che era il Terraglio e da parte di briganti affamati di denaro che vivevano nelle zone limitrofe. E quindi di tanto in tanto nelle sue strutture si rendevano necessari lavori di corpose ristrutturazioni e di riassetto. Pare che in una di tali circostanze, Giotto in persona, trovandosi a Padova per eseguire i suoi lavori nella Cappella degli Scrovegni, volle venire a Mogliano a vedere di persona lo stato dei lavori e soprattutto l’allestimento e la collocazione delle pitture commissionate per la Chiesa del Monastero.
Oggi, in quella che era nata come Abbazia e successivamente trasformata in Convento per Monache Benedettine di clausura, ci vive una Comunità di Suore Pastorelle.
Storicamente l’Abbazia ha un’importanza notevole, non solo per l’antichità della sua costruzione e per le continue ristrutturazioni subite nel tempo, per i quali ha ospitato Architetti e Pittori di riconosciuta fama, ma soprattutto per il ruolo politico che essa ha interpretato nella storia religiosa e politica della lunga epoca medievale.
Forse per la sua posizione, al centro del triangolo geopolitico del tempo, tra Padova, Venezia e Treviso, per un lungo periodo si è trovata a gestire tutte le Chiese del circondario con la qualifica di “pieve” con annesso un Battistero in dotazione unico nella zona che costringeva i fedeli dell’intero circondario a recarsi a Mogliano Veneto per ricevere il Battesimo.
Questi compiti le erano stati assegnati dal Re e dal Papa dell’epoca in persona, rendendola responsabile di una enorme ricchezza non solo di moneta sonante (gabelle, tasse), ma anche e soprattutto di innumerevoli tesori aurei, di pietre preziose e di paramenti sacri riccamente decorati che costituivano i generosi lasciti delle persone appartenenti a famiglie ricche e blasonate in donazione alla Chiesa ed ai suoi rappresentanti.
Tutte queste ricchezze purtroppo, come non fossero bastate le razzie dei briganti del posto e delle truppe di passaggio, assieme ad una imprecisata ed enorme quantità di libri di inestimabile valore storico, scientifico e letterario, patrimonio di intere Biblioteche famose della zona, sparirono definitivamente nel loro insieme dopo le razzie compiute da Napoleone, in occasione di una sua venuta in Italia, tesori ed opere d’arte letteralmente trafugate all’Italia e trasferite in Francia.
L’autore
Nuccio Sapuppo è nato a Scordia (CT) il 16.09.1941. Ha compiuto gli studi classici a Caltagirone e di Teologia Dogmatica a Napoli.
Ha lavorato, da imprenditore, nel Veneto, nel settore della Ristorazione.
Oggi è pensionato e vive a Mogliano V.to (TV) dove risiede.