UDINE – Ha ucciso il figlio, ma essendo “solo” adottivo, non può essere condannato all’ergastolo.
Lo ha stabilito la Corte di Cassazione accogliendo il ricorso di Andrei Talpis, 57 anni, originario della Moldova, che in provincia di udine, la notte del 26 novembre 2013, pugnalò mortalmente il figliastro che era stato formalmente adottato dalla coppia in Moldavia.
Tra l’uomo e la vittima non esisteva quindi un rapporto di consanguineità. Sul piano civile, vale la parificazione di status con i figli legittimi operata dalla legge. Secondo il Codice Penale, invece, la distinzione è importante ed esclude l’aggravante del carcere a vita.
La Corte di Cassazione ha disposto la trasmissione degli atti alla Corte d’Assise d’appello di Venezia per la quantificazione della pena, prescrivendo che non scenda sotto i 16 anni di reclusione.
Riccardo Rocchesso