Ci sono passioni che nascono così, per caso, eppure ci ricordiamo perfettamente il momento esatto in cui è scattato il colpo di fulmine. Anche per il Sior Pare è andata così con l‘opera lirica.
“Gavevo sete o oto anni, gero ancora in Coegio. Vado casa dai noni e dai zii per e vacanse de Pasqua e, dopo magnà, me meto in coridoio. Eà ghe gera ‘na radio veccia, de quee enormi, de ‘na volta, che ti vedi anca nei film. I fazeva “La Cavalleria Rusticana” e so rimasto eà estasià co e reccie tirae par el voeume basso a ‘scoltarmea tutta!”
( Avevo sette o otto anni, ero ancora in Collegio. Vado a casa dai nonni e dagli zii per le vacanze di Pasqua e, dopo mangiato, mi metto in corridoio. Là c’era una radio vecchia, di quelle enormi, di una volta, che vedi anche nei film. Facevano “La Cavalleria Rusticana” e sono rimasto lì estasiato, con le orecchie tirate per il volume basso ad ascoltarmela tutta!)
La racconta spesso, come lo si fa del primo amore. Con gli occhi sognanti e innamorati anche se sono passati così tanti anni.
Da quel momento in poi ogni occasione era buona per accendere la radio e cercare i canali di lirica o mettersi nel retrobottega del negozio di dolciumi di famiglia (quello dove lavorava con i gatti) a cantarne le arie, imitando i più grandi tenori.
La prima volta in cui riuscì però ad ascoltare un’Opera dal vivo fu circa a vent’anni. In Campo Sant’Angelo, giusto dietro casa sua, allestirono un palco ed eseguirono la “Madama Butterfly” di Giacomo Puccini. Se già era la sua passione, divenne l’Amore della sua vita.
Appena aveva qualche soldo da parte si comprava la raccolta dei dischi “Fabbri” con le arie più famose. Ne era sempre più preso.
Una volta fidanzato con la Siora Mare, iniziarono ad andare a vedere le varie rappresentazioni. Fortunatamente Venezia era, ed è tuttora, una città con una forte cultura musicale e lirica soprattutto. Ecco di nuovo “la Cavalleria Rusticana” di Mascagni al Teatro Malibran, o il “Don Carlos” di Verdi alla Fenice.
Per permetterle di ascoltare al meglio i dischi e renderla così più partecipe della sua passione, le regalò un giradischi Garrard, uno dei migliori che c’erano sul mercato all’epoca. Ora potevano ascoltare insieme le loro Opere preferite direttamente da casa!
Una volta sposati la collezione di vinili aumentò vertiginosamente. Ogni volta che tornavo a casa si sentiva in sottofondo un’Opera o qualche disco di musica classica. Alcune le comprava anche in tre o quattro versioni diverse, a seconda della Soprano. Non si poteva rinunciare a qualsiasi edizione cantata dalla Tebaldi o dalla Freni, senza contare la Scotto, Sutherland, Montserrat Caballé, Netrebko, Kabainvaska, Cedolins ecc.
E la Suprema Maria Callas?
“Bleaaaa, ea Callas ghe sta ben soeo che par ea “Traviata” a sigar tuto el tempo! Ea Ga ‘na voze massa striduea!” (Bleaaaa, la Callas ci sta bene solo che per la “Traviata” ad urlare tutto il tempo! Ha una voce troppo stridula!)
Si dice che la Lirica o la ami o la odi. Penso sia proprio così, ma conta soprattutto il compositore.
Il preferito del Sior Pare?
Lo scoprirete nelle prossime settimane!