E’ l’innocua quanto imprescindibile domanda che ci sentiamo rivolgere allorquando in gelateria abbiamo appena ordinato un gelato.
Coppetta o cono? La questione è pratica ma non solo, accaparrandoci il cono ipotechiamo in una sola mano crema e cialda che francamente regala un sapore aggiuntivo manco fossero i tempi supplementari, una coda dolce e croccante che non vorresti finisse mai, ecologica in toto in quanto non lascia residui. Si pappa e basta.
La coppetta in perfetta antitesi appare più regale, permette di essere più slow e specie nelle giornate più calde ci pone al riparo da colate improvvise e rovinose cadute di dolcezza. Per gustare con calma ed eleganza.
É anche una scelta di quantità, volete mettere la doppia pallina in cono piuttosto che in coppetta, la prima sul crinale della gestione la seconda molto più comoda, senza parlare della famosa guarnizione con panna che renderebbe ancor più critico il versante del biscotto.
Ma tutto questo appare una questione di lana caprina per i fedelissimi della cialda, veloci e scattanti come centometristi all’Olimpiade.
Il dualismo cono coppetta ci ha fatto perdere di vista il mondo dei gusti che parte dai grandi classici, panna, cioccolato, bacio, crema, stracciatella, amarena e pistacchio fino ad approdare alle nuovissime sperimentazioni tipo l’Apfelstrudel che si preannuncia un gelato con polpa di mela aromatizzato con rum e olio di limone.
Ma tutto questo diventa relativo al cospetto dello splendido e dolce momento che ci regaliamo ogni volta che decidiamo di gustarci un gelato, cono o coppetta, coppetta o cono si vedrà, mentre l’estate avanza.
Zero Biscuit di Mauro Lama