Il passaggio alla Mostra di Venezia nella sezione Orizzonti Extra aveva rivelato i primi vagiti dell’opera prima di Antoinette Boulat che ora appare al cinema e promette di non passare inosservata.
Ma Nuit, che nella sinossi esplicativa trova la protagonista Marion (Lou Lampros) diciotto anni e via andare che, in preda a sconforto e smarrimento esistenziale per via della perdita della sorella si ritrova sola, con una mamma lontana e incapace di essere empatica.
Un ritratto intimo e intimista, scevro di fronzoli e inutili smancerie che porta senza mezzucci narrativi alla scelta di Marion di uscire di casa senza nessun desiderio di tornarci, anzi con la scelta di immergersi lentamente nella “sua notte“ parigina dove la città ostile e mamma diversa accoglie le sue incertezze e paure senza mezzi termini, con oneri e onori.
Tra piccoli passi e feste a ritmo di house incontra Alex, un ragazzo che trasformerà notte e vita senza colpo ferire con il suo essere spensierato, perfettamente giovane e disincantato, libero.
Errare in una città è un pò come un viaggio verso l’ignoto ma per Marion l’incontro con il ragazzo rappresenta la salvezza, il riscatto e il tenero approdo, come il tenero e pudico abbraccio al tramonto del film che si erge quasi a manifesto.
E allora il riflesso di una generazione che spesso derubrichiamo come libera e impavida mostra il suo lato più fragile, quello intimo dei sentimenti più reattivi, che incrociano vita e saper vivere. In una perfetta e interiore dicotomia esistenziale.
La ricerca della libertà e il suo senso di appartenenza lucidano la pellicola senza allontanare lo spettatore anzi avvicinandolo a Marion e Alex, due ragazzi puliti e diversi. Che poi uscendo dalla sala non ti scordi.
Ma Nuit – Regia di Antoinette Boulat, con Lou Lampros, Carmen Kassovitz, Tom Mercier
Intravisti per voi di Mauro Lama