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“La finale”

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Che te la conquisti e sai che non sarà richiesto nessun appello. Perché o si vince o si muore, il secondo non conta. E allora la tavola è quella delle occasioni irripetibili, imbandita con tutta la cristalleria della nonna e senza remore.

 

Da Messico 70 con Mazzola e i suoi 6 minuti, alle notti magiche del Bennato e della Gianna in Italia 90,con Schillaci spiritato e Vicini in panca, fino agli Stati Uniti di Arrigo, con Baggio e Baresi che mandano in aria i rigori.

 

E qui si muore. Ma c’è anche quando si vive e si entra nella storia, con il “vecio” Bearzot che spacca in due il Mondiale deformando Brasile, Argentina e i tedeschi o Marcello Lippi che sale sul tetto del mondo sospinto da Grosso, terzino prestato alla linea mediana che trasforma la notte di Berlino in magia.

 

E poi questa sera tocca a Conte, si scende ancora giù,senza sconti, si perde e basta con Lukaku che sbaglia la porta, un segno del destino. Ma si sapeva, qui le mezze misure non contano, si fa sul serio. Alla prossima.

 

Zero Biscuit di Mauro Lama.

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