Prime notti di coprifuoco. Dalle 22 alle 5 è proibito circolare salvo fondati motivi di lavoro, medici o di necessità.
La città dalle 22 è totalmente vuota. Nessuna persona a piedi, rarissime le auto che svicolano frettolose nel timore di controlli.
Silenzio assoluto, è un incubo. Tutti i bar ed i ristoranti chiusi, luci spente, vetrine buie. Dove fino a pochi giorni fa, ante ultimo Dpcm, la vita ferveva le persone mentre allegramente cenavano nei locali che, lavorando, potevano mantenere i posti di lavoro.
È tutto come sospeso in attesa di tempi migliori che nessuno sa ancora quando verranno. Intanto però i lavoratori degli esercizi pubblici restano a casa senza la garanzia, molte volte, di uno stipendio, di una sovvenzione che, anche se promessa o dovuta, tarda a venire.
Nell’attesa le povertà aumentano, crescono le persone che chiedono aiuti alla Caritas per poter campare.
E l’Italia sta cadendo in una depressione economica sempre più grave: chissà quanto ancora si protrarrà questa situazione dalla quale tutti speriamo di uscire presto per riconquistare le nostre libertà, il nostro lavoro e la nostra dignità.