Tutto quello che è andato in scena nella sala della Libreria Lovat di Villorba (TV) ieri domenica 12 marzo alle 18.00 in occasione della presentazione del libro “Buonvino tra amore e libertà“ è figlio di una pagina di letteratura esplicata nella sua sinossi in maniera gradevole, attenta e semplice, ma anche di un saliscendi di riferimenti di contemporaneità che hanno piacevolmente intrattenuto il pubblico numeroso.
L’ incipit del racconto parla di un fortunato giallo al quarto capitolo, ambientato nella splendida Villa Borghese di Roma, molto caro all’autore Walter Veltroni che confessa, se ce ne fossero le condizioni ci dormirebbe pure e rivela la figura di un commissario, tale Buonvino, personaggio delizioso, affabile, mite e con la fobia dei rettili, che indaga dell’omicidio della moglie Veronica proprio nel giorno del matrimonio nonché di un altro delitto avvenuto in piazza di Siena, apparentemente strambo ma forse carico di contenuti. Siamo al tramonto della guerra nel 1944, per la precisione a fine maggio. Roma verrà liberata una manciata di giorni dopo. Al di là del libro, si diceva, riflessioni a cuore aperto che annoverano pensieri ed evidenziano il clima attuale fatto di “distanziamento“ e di luoghi di condivisione emozionale sempre più rari, a vantaggio di spazi mordi e fuggi, dove acquistare è un pò fuggire. Senza proferire verbo.
La casa che diventa un fortino inespugnabile dove tutto è a portata di un click, cibo, letteratura, teatro e cinema. Ma con una differenza fondamentale tutto a distanza e nulla in presenza. E basta per spaventare le nostre coscienze.
Un’ ora preziosissima che Walter Veltroni ci regala con grande serenità inanellando vieppiù camei da urlo, vedi la rivelazione del nome del suo gatto Anzolin portiere della Juventus anni 60 e ammiccando ad una voglia di futuro diverso, lanciando segnali chiari ma sempre con toni distesi, propositivo e mai irato, proprio come il commissario Buonvino.
Walter Veltroni – Buonvino tra amore e libertà
Marsilio Editore
Instacult di Mauro Lama