I mormorii e le invettive, gli strali e le promesse. Poi il blitz
Il Consiglio dei Ministri mette fine con un decreto legge pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale con entrata in vigore dal 17 febbraio 2023 al Bonus e Superbonus110
Sconto in fattura e cessione dei crediti sui bonus fiscali cassati definitivamente, che dal primissimo e appetitosissimo 110 erano passati in caduta libera al 90% agli ecobonus con detrazione al 50 e al 65% passando per il bonus mobili e bonus verdi.
Da questa data non sarà più possibile usufruire del famoso benefit ma si torna piaccia o non piaccia alle guerre puniche, ossia prima spendere per poi recuperare in 10 lunghissimi anni la somma attraverso le classiche intramontabili detrazioni.
E fin qui la nuda cronaca che non manda in cavalleria l’immediata reprimenda di opposizione e imprese che si sentono defraudate e tradite annunciando mobilitazioni da far paura.
I numeri parlano chiaro, migliaia di imprese a rischio e unità immobiliari mezze nude, con una genesi che riporta indietro ai 2 manifesti del Governo Conte, il reddito di cittadinanza e il Superbonus.
Due provvedimenti del governo, uno che si iscrive di diritto alle agevolazioni fiscali e l’altro ad una forma di reddito minimo nata come contrasto alla povertà create con l’intento di risanare abitazioni e redditi ma poi, forse in quanto indifesi e mandati allo sbaraglio si ritrovano nel bel mezzo di una corrida dove uscire con le ossa rotte ora è alquanto probabile.
Per evitare il tracollo si sussurrano ipotesi, l’ultimissima per il Superbonus 110 sarebbe la cartolarizzazione, uno strumento finanziario che racchiuderebbe i bonus maturati da collocare sul mercato attraverso una società veicolo costituita ad hoc.
Nel frattempo la coda alle farmacie per il Maalox è sempre più lunga.
Photo credit – Il Giornale
Zero Biscuit di Mauro Lama