È accaduto ieri nel tardo pomeriggio: i biglietti con i “pensierini” di Natale, elaborati dagli alunni delle scuole elementari “G. Verdi”, esposti presso la casetta di Natale in piazza Giuseppe Berto, sono stati presi di mira ed arricchiti da frasi contrastanti con i pensieri di pace espressi dai bimbi stessi.
Ove si legge, con graziosa e innocente grafia “Gesù, ti prego, riporta la pace nel mondo e fai sparire la guerra”, si notano ben evidenziate frasi come “L’Ucraina ha fatto 8 anni di guerra al Donbass! Ora è il Karma che gli ritorna”.
Oppure: “Gesù: Non fare agli altri quel che non vuoi sia fatto a te. Ukraina: Karma”.
Atto che ha, quantomeno, lasciato alcuni genitori attoniti.
Come si può “sfregiare” un pensiero di pace di un bambino, rivolto tanto più come preghiera di pace e desiderio natalizio?
Come riuscire a interferire con l’espressione in una dedica a un bambino ucraino che recita “So che da voi c’è la guerra, spero finisca presto e che tu possa passare un Natale felice”.
La politica, le posizioni nazionalistiche non dovrebbero mai entrare in questi puri atti di dolcezza, solidarietà, ma, soprattutto innocenza.
Sono pensieri sinceri, di chi, dai 6 ai 10 anni, vuole condividere il proprio buon pensiero con coetanei che vivono sofferenti, affamati, sicuramente non per propria causa.
Sono preghiere che ben le insegnanti hanno saputo estrapolare da una mente onesta, semplice, che chiede solamente a Gesù la fine della guerra. Delle Guerre.
La rabbia, il cuore squarciato dal dolore, la dovuta presa di posizione politica ed umana, espressa così, diventa solo un affronto a chi, davvero, nella pace ci crede ancora. Con innocenza.
Ora, vorrei che lo stesso soggetto esprimesse la propria opinione o pensiero mostrandosi, sostenendo questo atto che, benché d’impulso, ha un retrogusto di codardia e di infamia.
I bambini si sono firmati.
Nessuno si merita la guerra. Nessun Karma ritiene giusta la morte di qualcuno.
È proprio vero: i bimbi ci insegnano, noi stentiamo a capire.