“La moda non è l’abbigliamento visibile, ma è l’insieme degli elementi invisibili in esso incorporati”, la citazione è di Yuniya Kawamura e rappresenta un’affresco credibile quanto apparentemente complesso di quello che è la moda oggi.
Al M9-Museo del 900 di Mestre domenica 3 aprile Maria Luisa Frisa ,critica, curatrice di mostre, coordinatrice del Corso di laurea Design della moda e Arti multimediali all’Università IUAV di Venezia annota anche questo presentando il suo “ultimo abito”, consecutio naturale della prima edizione:”Le forme della Moda”,edito da il Mulino.
Attraverso una piacevolissima didascalia che coltiva un giardino ben curato e adornato da otto capitoli, l’autrice ci porta per mano con il suo bon ton elegante tra lusso, cultura, stile e sostenibilità facendo brillare temi e forme al di là dei cliché, provocando piacevolmente il suo pubblico desideroso di incuriosirsi e riflettere sui mille rivoli del fashion System e di tutta la galassia glamour di cui è permeato.
Tra circolarità imperfetta e modernità della moda,si arriva alla rivoluzione della rete che costringe tutti al cambiamento, con le regole del gioco trasmutate e liquide, da agguantare. Prendere o lasciare.
Il concetto di archivio come patrimonio e dote da rigenerare al momento giusto, cogliendo l’attimo fuggente del momento o del futuro imminente, con il fine ,l’intento di creare ispirandosi a ragion veduta.Attingendo.
I vestiti che modificano il corpo e lo rendono ondivago nel suo immaginario, tra epoche e simboli.
E lo stretto legame imprescindibile tra le città e la moda tratteggiato tra Milano, Londra, Parigi e New York dove il glamour abita nei locali, nelle strade, come i pittori impressionisti che uscivano dagli atelier, che simboleggiavano o quasi sfilate antelitteram.
La formazione come elemento essenziale per poter sfidare, includere e promuovere un processo di crescita culturale e apprendimento, con il gli influencer che oggi rappresentano il potere comunicativo della moda e dell’incredibile fascino che esercita.
Un passaggio intrigante e ricco di letture critiche dell’opera è rappresentato dall’idea di mostrare la moda non tanto come arte quanto piuttosto come mezzo per leggere la società attraverso I suoi periodi storici e le sue contraddizioni.
Il lusso e la sostenibilità in apparente dicotomia albergano da tempo nelle necessità etiche di chiarire se cool può far rima con eco.Eco-Chic.Occorre essere legati al cambiamento e unire in questa modalità moda e sostenibilità in una sfida aperta e perché no sostenibile, mi si consenta il bisticcio del termine cautamente voluto.
La felicità che regala un capo ben indossato o un’abito che ci identifica nello stile e nell’eleganza rappresentando noi stessi e la nostra personalità è qualcosa di cui andare fieri, cullandoci nelle nostre scelte che ci condurranno per mano sicuri.
Forse le forme della moda nel rappresentare cultura, industria,mercato e comunicazione alla fine ci elargiscono questo.
E non ci sembra affatto poco.
Consapevoli che l’abito fa la moda ma fa ancora il monaco.
22/21Eventi di Mauro Lama