La notizia arriva improvvida e fragorosa di primo mattino forse come avrebbe voluto lui, Franco Battiato filosofo del pop e della contaminazione, sperimentatore eclettico che ha attraversato il rock progressivo, l’avanguardia d’élite, la musica etnica, elettronica e l’opera lirica il tutto contraddistinto da quel’innato talento e dal genio assoluto ci lascia in punta di piedi dalla sua residenza di Milo in provincia di Catania dove l’Etna ha sempre respiro.
Popolare per “Centro di gravità permanente” piuttosto che “Bandiera Bianca” negli anni ci ha regalato l’appartenenza ad una grande quantità di generi, conservando sempre cifre culturali artistiche assolute. Il suo primo contratto discografico ottenuto grazie all’amico Giorgio Gaber e nel 1967 la sua prima apparizione televisiva.
Ironia, giusta provocazione e carisma e la sua ultima apparizione nel 2019 poi il silenzio e il suo desiderio di approfondire il “mistero insondabile del passaggio” e di una”terra di confini” dove”la vita non finisce, è come il sonno”.
E su tutto la ricerca continua della spiritualità,che partiva da lontano, dai suoni sacri oltre la musica.
Sempre.
Instacult di Mauro Lama