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Il Ministro Valditara a Venezia per la Giornata del Ricordo delle Vittime di mafia

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Presidente Zaia, “Impegno del Veneto per diffondere la cultura della legalità tra i ragazzi contro tutte le mafie”.

VENEZIA – “Ringrazio tutti quelli che si sono impegnati e si impegnano ogni giorno contro le mafie, a partire dagli inquirenti e tutte le Forze dell’ordine, perché c’è molto da fare come dimostrano le molte inchieste, aperte anche in Veneto. Ma sono convinto che dobbiamo come istituzioni coinvolgere le nuove generazioni su questi temi, a partire dalle scuole. Dobbiamo combattere ogni forma di mafia e infiltrazione puntando sulla cultura della legalità”. 

Il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia si è rivolto alla stampa, in una conferenza con l’importante presenza del Ministro dell’istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, giunto a Venezia in occasione della Giornata regionale dedicata alla memoria e all’impegno in ricordo delle vittime delle mafie (istituita con legge regionale 28 dicembre 2012, n. 48 art. 17).

Quest’anno la Regione Veneto ha deciso di promuovere un evento in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale e la RAI, volto a sensibilizzare gli studenti degli istituti secondari di secondo grado sulle tematiche legate al crimine organizzato e mafioso.

“La lotta alla mafia deve partire dalle scuole: dobbiamo insegnare ai ragazzi il senso dello Stato, la cultura dei doveri e della responsabilità – ha detto il Ministro Valditara, esprimendo apprezzamento per l’iniziativa -. Iniziativa che può essere estesa ad altri territori, nel solco delle azioni a sostegno della cultura della legalità”.

“Per quanto mi riguarda, farò di tutto perché nelle scuole si affermi la cultura del rispetto nei confronti delle persone e dei beni pubblici. Bisogna contrastare qualsiasi forma di violenza e quel fenomeno del bullismo che produce danni gravi, psichici e fisici, a chi lo subisce”, ha aggiunto anche il Ministro.

“Sul tema del bullismo ricordo che il ruolo educativo spetta in primis sempre alle famiglie – ha precisato Zaia –. Serve che tutti facciano la loro parte in temi di prevenzione, anche i gestori dei social network, dove i giovani trascorrono gran parte del loro tempo. Serve poi un contrappasso: si obblighino i bulli a lavori socialmente utili, in quelle realtà che hanno sfregiato con i loro comportamenti. Anche questa è educazione alla legalità”.

L’evento nelle scuole è stato realizzato all’Istituto Algarotti di Venezia, seguito in streaming da altre scuole Veneto e accessibile in diretta streaming dal canale Youtube della Regione Veneto. Protagonista di progetto pilota è il format televisivo prodotto da Rai “Cose nostre”, in onda dal 2016 su Rai1, otto stagioni di docufilm che hanno avuto come coordinatrice la giornalista Emilia Brandi e hanno offerto un’ampia casistica di vicende documentate, interviste a giornalisti, imprenditori, uomini delle istituzioni e semplici cittadini coinvolti che hanno subito e combattuto la violenza delle mafie.

Oggi è stato proiettato il docufilm “L’avamposto degli uomini perduti”, la storia di Natale Mondo, agente di polizia che lavorò sotto copertura a Palermo negli anni ‘80 per volere del dirigente della squadra mobile di Palermo Ninni Cassarà, e come lui barbaramente ucciso dalla mafia. Al termine della proiezione Emilia Brandi ha dato vita ad un dibattito con gli studenti, rispondendo alle loro domande e raccontando la propria esperienza insieme ad altri testimoni di storie di mafia.

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