Riceviamo e volentieri pubblichiamo un nuovo intervento a firma di Luigi Giovannini sullo scenario politico italiano
Devo premettere che sono un estimatore del Presidente Mattarella, ma sono stato decisamente sorpreso dal suo invito ai giovani a “scrivere adesso la storia della Repubblica”.
Questa ipotizzata scrittura infatti non mi sembra assolutamente realizzabile per la siderale distanza esistente tra i giovani, appunto, e la nostra politica.
Da anni infatti mortifichiamo il loro ingresso nel mondo del lavoro con offerte economicamente inadeguate alle più miti aspettative e, contemporaneamente, terremotiamo la loro organizzazione di vita e i loro sogni con rapporti di collaborazione provvisori e regolati solo dalle convenienze altrui.
Le loro aspirazioni professionali sono inoltre bloccate da barriere di raccomandazioni o di censo agevolate del blocco di qualsiasi ascensore sociale e il loro futuro è anche intimidito da un enorme debito pubblico da noi calato sulle loro incolpevoli spalle, e che dal 2022 riprenderà a essere anche a loro rinfacciato.
Questa indifferenza la ritengo così radicata, da aver sollecitato i miei nipoti a prepararsi per essere cittadini del mondo e, fortunatamente, già oggi (16, 14, 12 anni) parlano indifferentemente italiano e inglese e hanno ben chiara la necessità di una laurea a pieni voti e di successivi e adeguati masters.
Ho anche visto le progressioni professionali di una mia nipote che, dopo una laurea in ingegneria matematica e una limitata esperienza di ricercatrice a Milano, è stata chiamata al MIT e, successivamente, da un’eccellente università olandese dove la sua passione scientifica ha trovato anche un prezioso riconoscimento economico.
Ho poi letto, su un noto giornale nazionale, una lettera di una madre che segnalava l’esperienza lavorativa del figlio, retribuito per un lavoro manuale 800 euro in Italia e 2.500 in Inghilterra (sempre euro, ma tre volte tanto).
Tutte queste sensazioni o esperienze, comunque le si guardino, concretizzano una prassi che vede il nostro Paese impegnare risorse per realizzare ottime formazioni professionali che si infrangono poi in incrostati e egoistici squilibri politici, ma che trovano invece accoglienza e disponibilità in altre realtà statali di cui i nostri giovani potranno non solo scrivere la storia, ma anche rimarcare il loro contributo al pil.
Luigi Giovannini