Che novanta minuti sono 5400 secondi e questo è per il cronometro spiccio, quello che pesa o diventa leggero, interminabile o veloce quanto un centometrista all’olimpiade, dipende se vinci o perdi.
Milan o Inter,oggi lo scudetto si farà. Con i rossoneri accomodati su di un divano che prevede pure il pareggio e i nerazzurri abbarbicati alla vittoria contro la Sampdoria in casa ma soprattutto totalmente riverenti verso il miracolo del Sassuolo e in un harakiri dei cugini rossoneri.
Un campionato intero, con punti persi a Bologna o guadagnati nel derby, goal cercati e colti nei minuti di recupero,campagne acquisti contestate e poi digerite, sorpassi e tabelle delle ultime partite, non conta più nulla.
22 maggio sotto il segno dei gemelli cuspide toro che è quello dell’energia e ne servirà molta anche trainati dal soffice pensiero ondivago che in un giorno così decisivo ti riporta indietro a chi ha scritto la storia,da Herrera e Rocco fino ai giorni nostri, lo scrivente cita anche tra i tanti Bersellini,Sacchi e Trapattoni.
La doppia esse Sassuolo e Sampdoria si erge a vaticinio che poi è quel canto poetico o poema profetico,divinamente ispirato, che ci preannuncia ciò che oggi avverrà e che porterà all’altare Inter o Milan.
Bauscia o casciavit,due identità opposte in tutto e per tutto, storia e scudetti, coppe e derby, quartieri di Milano convessi in estrazioni culturali e popolari differenti, dove tutto è per forza di cose diverso e rivale, nerazzurro o rossonero, pur nella casacca con i colori verticali,biscione e diavolo.
E allora stadi pieni che neanche un spillo entrerebbe o tv a casa,ma c’è anche chi si chiuderà in un cinema o in un museo per ovattare il tutto, perché la tensione risulterà epocale.
Tutto è pronto, non resta che tirare quattro calci ad un pallone ed è quesa la notizia memorabile, come sempre tutto si ridurrà semplicemente a questo.
In fondo la magia del calcio rimane questa.
Instacult di Mauro Lama