È quanto successo a Spinea, in provincia di Venezia, dove un giovanissimo, classe 2008, ha simulato una rapina con aggressione per motivare il ritardo sul coprifuoco imposto dai genitori. Quello che può sembrare un gioco innocente può portare a conseguenze nefaste, si sa, ma in questo caso il ragazzo ha esagerato.
Infatti, dopo aver subito il furto della bicicletta, il giovane elabora un piano per giustificarsi perché, per cercare la bici rubata, è ormai inesorabilmente in ritardo sull’orario di rientro imposto dai genitori. Forse preso dal panico, forse coscientemente, non solo decide di simulare una rapina, ma si tira anche un paio di pugni da solo in faccia, proprio per ricreare i segni di un’aggressione. Arrivato quindi a casa in queste condizioni, i genitori si rivolgono direttamente ai Carabinieri per denunciare l’accaduto.
Tuttavia, i primi racconti lasciano già trasparire palesi incongruenze. Non solo la bicicletta viene subito ritrovata, ma anche i sospetti dei Carabinieri vengono fugati dopo altri accertamenti e l’escussione testimoniale del giovane; di fronte alle contestazioni sempre più pressanti, il ragazzo crolla e “vuota il sacco”, confessando di aver inventato tutto per nascondere il ritardo, compresi i cazzotti in faccia che si è tirato da solo, con lesioni per 7 giorni. Per lui, la segnalazione alla Procura dei minori per simulazione di reato e procurato allarme, dal momento che in città il fatto aveva dato adito a commenti allarmanti soprattutto sui social.