Musica

Gli artisti dell’industria musicale vendono i diritti alle loro etichette

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Il trend del momento per quanto riguarda l’industria musicale è legato in modo indiscutibile all’acquisto dei cataloghi di canzoni e della discografia dei vecchi leoni del rock. Tutto è iniziato quando Bob Dylan, dopo aver compiuto gli 80 anni, di cui più di 50 passati tra il palco e lo studio di registrazione, ha deciso di cedere i diritti del suo catalogo. Un repertorio vasto, se si considera che l’esordio del cantautore risale al 1962, quasi sessant’anni fa, dove sul disco eponimo, Bob Dylan, trovavano spazio le sue prime canzoni autografe. Da quel momento la sua attività artistica raramente ha conosciuto pause e stop forzati. Non è un caso se Dylan appena è stato possibile, è tornato in tour durante lo scorso autunno ed è già pronto a bissare con delle nuove date durante la prossima primavera.

Fermo invece ai box, in termini di live è un altro grande della canzone d’autore statunitense: Bruce Springsteen. Il Boss, come lo chiamano con rispetto e devozioni fan e stampa, non si è risparmiato durante gli ultimi anni. Dischi, film, libri, addirittura uno spettacolo permanente a teatro, che ha prodotto appunto il format rilasciato prima su Netflix e poi su disco di Springsteen a Broadway. Anche Springsteen ha seguito la tendenza di vendere i diritti della propria musica, atto dovuto o semplice conseguenza dello stop forzato di attività concertistiche, difficile capirlo. Del resto Springsteen che come il più anziano collega ha sottoscritto un contratto discografico con Sony/Columbia, ha pensato bene di cedere ora i propri diritti in cambio di una cifra davvero strabiliante.

Da questo momento in poi il trend ha preso piede dato che anche Neil Young, Paul Simon, Mick Fleetwood, David Bowie (attraverso gli eredi) hanno deciso di vendere il proprio catalogo in cambio di assegni con molti zeri, in qualche caso addirittura mezzo miliardo di dollari statunitensi. In effetti come afferma il critico musicale Paolo Vites attraverso le colonne della sua testata online, questo sembrerebbe l’affare del momento, trattandosi di un ottimo investimento. Un investimento che è utile per l’artista, con una carriera avviata e prossima al pensionamento, mentre per le etichette è un modo per affermare la propria presenza, dato che i nuovi artisti, quelli legati più che altro alla musica liquida di Spotify, Bandcamp, Amazon Music e così via, non vendono così tanto.

Come affermato da Ted Gioia sul sito The Atlantic, le vecchie canzoni rappresentano oggi più del 70% del mercato musicale USA. In pratica tra le nuove leve sono diminuiti i casi di artisti che riescono realmente a guadagnare e a mantenere la propria attività musicale, traendone profitti.

Una tendenza che per certi versi era stata anticipata dal saggio di Simon Reynolds, intitolato appunto Retromaniac. Il vecchio è ancora cool e attira un pubblico fedele e strutturato, mentre sul nuovo si tende a investire molto poco. Del resto è successo anche all’industria cinematografica di attraversare una fase di crisi e di cambiamento, come abbiamo visto durante gli ultimi 10 anni, quando sono emerse le nuove piattaforme di streaming video come Netflix, Prime Video, Infinity, Disney Plus e così via.

Anche Apple TV + nonostante sia poco citata e considerata, ha svolto un ruolo importante, più che altro in termini di investimento, dato che alcuni dei film in uscita sono stati co-prodotti proprio dall’azienda tecnologica con sede a Cupertino, California. Non è certo un caso se la Apple sia intervenuta con i propri soldi, per salvare alcune produzioni di Hollywood in difficoltà. Il cinema oggi non è più l’industria florida del passato, dato che per i giovani l’intrattenimento e lo svago sono legati principalmente al gioco digitale e alle attrattive di gaming, gambling ed eSports.

Un cambio di guardia e una rivoluzione tecnologica iniziata già molto tempo fa. Qualcosa di simile è avvenuto anche per lo sport e per i grandi eventi live, dove il a causa dei diritti televisivi il calendario dei campionati è stato completamente stravolto, per dare agli spettatori in remoto la possibilità di seguire un numero più elevato di gare, cosa che non era auspicabile con la contemporaneità delle partite. Aspetto interessante anche in termini di siti di scommesse sportive come NetBet live betting il quale propone in tempo reale quote, pronostici e informazioni dettagliati per tutto quello che riguarda la stagione sportiva in corso d’opera.

Foto di George Milton da Pexels

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