Salari dimezzati per almeno 20mila dipendenti del settore metalmeccanico in provincia di Treviso. A lanciare l’allarme è la segreteria della Fim Cisl Belluno Treviso.
“Le richieste di cassa integrazione continuano ad arrivare. Ad oggi siamo a quota 850 – spiegano i sindacalisti della Fim Alessio Lovisotto, Massimo Civiero e Antonio Bianchin – Se fino ad oggi veniva fatta richiesta con spirito cautelativo, con la proroga del provvedimento di chiusura delle attività, le aziende inizieranno a utilizzare gli ammortizzatori sociali. Il settore metalmeccanico è praticamente tutto fermo”.
Si prospetta un periodo buio per i lavoratori perché con la cassa integrazione a zero ore l’impatto sul reddito è devastante: si può arrivare a perdere anche il 50% dello stipendio. Considerando infatti che il lordo di un operaio di terzo livello è pari a 1650 euro, che la cassa a zero ore paga al massimo 1000 euro al mese e che in cassa non si maturano né ferie né permessi né tredicesima, la perdita per ciascun lavoratore sarà attorno al 50% dello stipendio.
“Sulla base delle richieste inoltrate dalle aziende – sottolineano i responsabili della Fim trevigiana – si può ipotizzare che la Cigo sia destinata a coinvolgere metà dei circa 40mila dipendenti delle aziende metalmeccaniche trevigiane. Se da un lato è stato difficile arrivare alla chiusura delle aziende, dall’altro sarà molto più difficile riaprirle”.