Di un Taxi manco l’ombra ma di vesciche ai piedi si, conseguenza ineluttabile di sbarchi e cambi a destra e a manca per poter raggiungere luoghi e appuntamenti.
La due giorni di proteste dei tassisti finisce dove era partita. A piedi.
Ma andiamo con ordine, parte tutto tra la mezzanotte di lunedì e martedì e la protesta è univoca, tutti contro l’articolo 10 del Ddl Concorrenza, colpevole di “delegittimare il settore a favore delle multinazionali”. Questo il plot, servito a 36 gradi all’ombra con Caronte che ridacchia beffardo.
Proteste e traffico impazzito in tutta la penisola fino a Palazzo Chigi,si chiede a gran voce lo stralcio dell’articolo pur ribadendo al Governo la disponibilità ad aprire un immediato tavolo di confronto per dirimere “annosi fascicoli” rimasti irretiti. Questa la voce al megafono dei tassisti.
Parlamento, Regioni, Comuni e Sindacati ce né per tutti con la viceministro Bellanova nel bel mezzo del cammino.
48 ore di sneakers alla moda,di sandali o mocassini scalzi e tanto sudore, incerti su che strada prendere, ma altrettanto certi di arrivare all’agognata meta.
Nel cuore una soluzione che tenga conto su tutto di una cosa sola, qui si parla di lavoro, sacrosanto.
Lo sa anche Robert De Niro.
Zero Biscuit di Mauro Lama