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Morto Leiji Matsumoto, padre di Capitan Harlock e del Leijiverse

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Lo studio di Produzione Toei Animation ha dichiarato che la scorsa settimana il leggendario Mangaka Leiji Matsumoto è mancato per insufficienza cardiaca all’età di 85 anni.

È di questa mattina il tweet della famiglia Matsumoto in cui annunciano la scomparsa del Maestro dell’animazione giapponese Leiji Matsumoto:

“L’artista di manga Leiji Matsumoto, in un ospedale di Tokyo il 13 febbraio 2023, è partito per il Mare di Stelle.
Siamo davvero grati a tutti i fan che ci hanno sostenuto finora.
‘Nel luogo in cui l’anello del tempo si ricongiunge, potremo incontrarci di nuovo’, diceva sempre Matsumoto.
Crediamo alle sue parole in attesa di quel giorno.”

Siamo alla fine degli anni ’70, in Italia su Rai 2 vengono trasmessi i primi cartoni animati giapponesi (Anime). Inizialmente sono serie per bambini come Barbapapà (Bābapapa), Vicky il vichingo (Chiisana Viking Vikke) e soprattutto Heidi (Alps no shōjo Heidi), ma è con Atlas Ufo Robot  (UFO Robot Grendizer) – meglio conosciuto come Goldrake – che la prospettiva dei cartoni animati in Italia cambia. Da quel momento sia la Rai che le prime reti locali inizieranno a importare nel nostro Paese serie animate di ogni tipo, soprattutto Shojo (Anime per ragazze), sportive e i classici “Robottoni”.

Per i bambini e i ragazzi nati tra la fine degli anni ’60 e inizi anni 80, diventerà normale correre a casa a guardare la televisione solo per vedere i cartoni animati e scoprire cosa avrebbero combinato i loro eroi preferiti. A questo successo si aggiunse la vendita di Merchandize di ogni tipo: fumetti, giocattoli, poster, album di figurine, dischi ecc.

Con Goldrake e la messa in onda delle altre serie del Maestro Gō Nagai (Mazinga Z, Il grande Mazinga, Jeeg robot d’acciaio, Devilman giusto per citarne alcuni) arrivarono in Italia anche le opere di un altro grandissimo disegnatore giapponese: Akira Reiji (Leiji) Matsumoto.

La fantascienza era un filone in piena ascesa nel nostro Paese ma seguito ancora solo da pochi appassionati. I romanzi di Verne, Asimov, la collana Urania della Mondadori con i principali racconti statunitensi, al Cinema era già uscito 2001: Odissea nello Spazio, e in televisione il telefilm Spazio 1999, ma è stato con le opere di Matsumoto che avvenne il definitivo Boom.

Capitan Harlock  (Uchū Kaizoku Kyaputen Hārokku) ne è stato il portabandiera, lui, il pirata sprezzante del pericolo alla guida della nave spaziale Arcadia pronto sempre ad aiutare gli innocenti. Ma anche il giovane protagonista del Galaxy Express 999 (Ginga tetsudō 999) e la bellissima Maetel nel loro viaggio verso Andromeda, la Regina dei 1000 anni (Shin taketori monogatari: Sen-nen joō), la corazzata spaziale Yamato (Uchū senkan Yamato) e il suo equipaggio, Danguard (Wakusei Robo Danguard Ace), Starzinger (SF Saiyuki Starzinger) che riprende il romanzo classico cinese “Viaggio in occidente” ispiratore anche, tra gli altri, di Dragonball e The Monkey.

Il compianto Maestro giapponese ha creato un vero e proprio multiverso, detto Leijiverse, in cui i suoi personaggi si incontrano tra una serie e l’altra, cosa per noi abbastanza normale ora pensando agli attuali supereroi, ma non per gli spettatori dell’epoca. Ha cambiato anche il nostro modo di vedere lo spazio, in un misto tra culture e generi completamente differenti. Atmosfere da film Western o di guerra americani, riferimenti alla tradizione classica cinese e giapponese ma anche ai film di arti marziali Wuxi. Un Pot-pourri di personaggi e storie che poi si ricollegano tutte nello stesso unico Universo.

Una produzione immensa tra Manga e Anime, con anche l’incredibile collaborazione del 2003 con il gruppo musicale francese Daft Punk per l’opera animata Interstella 5555, da cui sono stati tratti anche singoli Videoclip come One more timeHarder, Better, Faster, Stronger.

“One more time” tratto da “Interstella 5555”

Era anche molto legato al nostro Paese, tanto da ideare un’iniziativa benefica per aiutare le strutture sanitarie durante la prima ondata di Covid nel 2020:

“Ho saputo dagli organi di informazione giapponese della situazione tragica italiana legata alla pandemia da Coronavirus, della sofferenza del vostro popolo e del paese che amo tanto. In particolare ho appreso delle difficoltà degli ospedali nel curare i malati, ma allo stesso tempo della forza e del coraggio dei medici e degli infermieri italiani. Ho pensato al personale dell’ospedale Molinette di Torino che si é preso cura della mia salute; i loro volti e la loro energia, insieme alle cure, mi hanno consentito di tornare a stare bene. A tutti quelli che come loro mettono a rischio la propria vita per quella degli altri va il mio pensiero, ed il mio auspicio che #andràtuttobene. Forza Italia!”

Buon viaggio nel mare di stelle Maestro.

Photo Credit: Di Niccolò Caranti – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=74042147

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