Buongiorno,
Riceviamo e pubblichiamo un comunicato della Senatrice Orietta Vanin relativo all’interrogazione parlamentare da lei richiesta in merito al progetto di aggiornamento dell’Inceneritore di Fusina (Ve).
Inceneritore di Fusina: La Senatrice Orietta Vanin presenta un’interrogazione parlamentare sul progetto di aggiornamento.
12 Marzo 2020 La Senatrice Orietta Vanin, M5S, considerate le molte criticità e alle conseguenze sulla salute della popolazione, ha presentato un’interrogazione parlamentare sul progetto di aggiornamento tecnologico del polo impiantistico di Fusina per la gestione dei rifiuti.
La proposta di Ecoprogetto srl (società partecipata di Veritas spa), ora all’esame della Commissione regionale di Valutazione di Impatto Ambientale prevede:
1) un aumento quasi doppio della capacità produttiva delle Linee 1 e 2 di lavorazione del Rifiuto Urbano Residuo, da 258.500 a 450.000 tonnellate anno per la produzione di combustibile solido secondario;
2) la possibilità di lavorare fino a 90.000 tonnellate per anno di fanghi provenienti dai depuratori civili del Veneto e 40.000 tonnellate per anno di percolati da discarica. E Veritas spa non esclude che parte di questi fanghi possono provenire dai depuratori che trattano le acque reflue contaminate da acido perfluoroottanoico (PFOA) e sostanze perfluoroalchiliche (PFAS);
3) la trasformazione dell’attuale centrale termica, ora alimentata con biomassa legnosa, in impianto di incenerimento anche di rifiuti speciali e fanghi essiccati, per una capacità produttiva totale pari a 330.000 tonnellate anno.
L’interrogazione della Senatrice Vanin nasce da una serie di considerazioni oggettive e dalla preoccupazione concreta per le conseguenze sul territorio e sulla salute della popolazione non solo di Marghera, che qui vengono spiegate:
Produzione di rifiuto urbano residuo nell’area: i livelli di produzione attuale e futura del Rifiuto Urbano Residuo (RUR) nell’ambito del bacino veneziano e dell’intera regione non giustificano in alcun modo la necessità di un impianto di queste proporzioni. Questo eccessivo sovradimensionamento determinerebbe le condizioni per cui l’alimentazione delle linee di produzione di combustibile solido secondario e dell’inceneritore richiederebbe l’importazione di rifiuti da fuori bacino e da fuori regione.
Investimento economico e impatto sull’ambiente: l’ipotesi progettuale di Ecoprogetto srl richiede un investimento pari a circa 97 milioni di euro, risorse che sarebbero sottratte a politiche per la riduzione della produzione del rifiuto.
Gli inceneritori non sono la soluzione ma un ulteriore problema! Bruciare rifiuti significa trasformare sostanze non pericolose o pericolose in sostanze altamente tossiche sotto forma di miliardi di particelle sottili e ultrasottili (polveri) disperse nell’ambiente, gas, acque inquinate, ceneri e scorie da inviare a discariche speciali. Gli impatti ambientali e i rischi sanitari causati dagli inceneritori, anche i più moderni, sono ormai comprovati da numerosi studi scientifici;
Obiettivo del Piano Regionale dei Rifiuti del Veneto è il raggiungimento del 76% di raccolta differenziata entro la fine del 2020.
La normativa europea sull’economia circolare punta molto sulla chiusura dei cicli attraverso il recupero di materia, ed esclude la possibilità che l’incenerimento dei rifiuti, con o senza produzione di energia, possa essere considerato come forma di recupero.
Orietta Vanin