Un’attimo di imbarazzo ci coglie nella stesura di questo pezzo ma passa subito, in fondo lui avrebbe voluto così.
Eugenio Scalfari, il principe rivoluzionario del giornalismo ci ha lasciato ieri a 98 anni.
Quando nel lontano 1976 nacque Repubblica,creata da lui, volle instaurare un modo di appartenere e di “fare” quotidiani in Italia.
Precursore e acceleratore di quella particella di giornalismo inimitabile coltivata con assoluta maestria, come solo i grandi sanno fare.
Si narra che in redazione ascoltasse tutti, fino all’ultimo praticante. Per poi tirare le somme.
Una comunità quella di Repubblica, tesa a rilanciare nel mondo e in Italia attraverso la carta stampata quotidiana quell’area di sinistra, poi diventata area democratica e che oggi potrebbe avere un risalto fondamentale nella geopolitica del paese.
Mancherà, come ci manca da tempo quel periodo irripetibile e antesignano, poi evoluto in maniera moderna mantenendo la barra dritta,con lo spirito liberale e il suo immancabile impegno per i diritti.
Fino alla fine, con quel suo marchio di fabbrica, la barba bianca immancabile e fedele compagna, di scrittura, idee e genio.
Eugenio Scalfari 1924 – 2022
Zero Biscuit di Mauro Lama