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Un Veneto tra i dispersi del terremoto in Turchia

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Si chiama Angelo Zen e i familiari non hanno sue notizie da domenica scorsa, 5 febbraio. Continua ad aggravarsi il bilancio delle vittime del terremoto che ha colpito la Turchia e la Siria nella notte del 6 febbraio: i morti registrati nei due paesi sono oltre 4.700 ma il bilancio è ancora provvisorio.

In Turchia e in Siria si continua a scavare alla ricerca dei superstiti del terremoto di ieri. Aree urbane, edifici, palazzi e monumenti sono crollati. Dati ufficiosi parlano di quasi 3000 crolli.

L’agenzia turca Anadolu, citando un funzionario dell’agenzia per i disastri del Paese, ha aggiornato i numeri delle vittime: 3.381 le persone uccise e 20.426 i feriti.

Secondo Sky News, in Siria sono morte 733 persone nelle aree controllate dai ribelli e 656 persone hanno perso la vita nelle regioni controllate dal governo.

I soccorritori hanno continuato a lavorare tutta la notte, nonostante il freddo, per recuperare le persone rimaste intrappolate sotto le macerie. Secondo quanto riferisce Anadolu, quattro persone sono state salvate 28 ore dopo il crollo di un edificio a Gaziantep, città colpita dal sisma nel sud della Turchia.

Angelo Zen, 60 anni, di Martellago (Venezia), stava soggiornando nella città turca di Kahramanmaras, al Sahra Hotel, andato completamente distrutto dalle scosse.

A dare l’annuncio del disperso italiano, questa mattina, è stato il ministro degli Esteri Antonio Tajani con un tweet:

“Ho appreso con grande apprensione la notizia che il disperso italiano sotto le macerie del tragico terremoto che ha investito la Turchia è un cittadino veneto. Sono in costante contatto con la Farnesina per seguire in prima persona l’evolversi delle ricerche, confidando di poter aver presto ulteriori notizie. In questo momento chiedo a tutti gli operatori dell’informazione di fare il massimo per tutelare la famiglia in queste ore complesse”, ha commentato il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia.

Con una magnitudo di 7,8, il sisma avvenuto fra il Sud-Est della Turchia e il Nord della Siria è stato mille volte più forte di quello di Amatrice del 2016 e 30 volte più forte di quello dell’Irpinia del 1980. La scossa, seguita da centinaia di repliche, è stata registrata dai sismografi di tutto il mondo, fino alla Groenlandia, come ha rilevato l’Istituto geologico danese. 

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