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Un simbolo nazionale italiano: il caffè

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Non c’è nulla di meglio che terminare un pasto con un buon caffè, anche se i futuristi non ne sarebbero così certi, dato che erano convinti che il caffè bisognasse consumarlo… prima!

Intorno al caffè ruotano molte leggende, la più famosa è quella che vede protagonista un pastore etiope e le sue capre. Un giorno queste, durante il pascolo, si imbatterono in una pianta di caffè e cominciarono a mangiarne bacche e foglie. Arrivata la notte, le capre anziché dormire si misero a vagabondare con energia e vivacità mai espresse fino ad allora. Dopo aver capito la causa dello strano comportamento dei suoi animali, il pastore portò il frutto magico in un vicino convento. Lì i monaci ne fecero una bevanda calda e amara e si accorsero che più ne bevevano, più potevano sostenere con facilità la veglia per le preghiere.
 
La bevanda era così buona e portentosa che entrò di fatto nell’uso quotidiano del popolo arabo.
Per noi italiani il caffè è un vero e proprio simbolo nazionale, tanto che l’“Organizzazione internazionale del caffè” ci ha riconosciuto il primato nel suo consumo.
Ma quando il popolo italiano iniziò a conoscere il caffè?  
 
Il caffè in Italia venne grazie a un botanico veneziano, dopo un suo viaggio in Oriente, che si incuriosì della pianta e del suo uso tra le popolazioni orientali.
 
Inizialmente venduto solo nelle farmacie (a prezzo elevatissimo!), il caffè divenne ben presto un bene di consumo facilmente reperibile. Nel ‘700 esso fu anche protagonista di opere teatrali, come “La bottega del caffè” di Goldoni, come di canzoni popolari napoletane. Proprio a Napoli, negli stessi anni, si diffuse un metodo di cottura differente da quello originario orientale che prevedeva una cottura effettuata attraverso il filtraggio dell’acqua bollente fatta colare attraverso la polvere di caffè.  Nel 1933 Bialetti inventò la moka, basandosi sul metodo di cottura napoletano.
 

La pianta del caffè cresce spontanemente in zone con clima tropicale. Oggi le varietà di caffè maggiormente commercializzate sono l’arabica (con gusto dolce e basso contenuto di caffeina) e la robusta (gusto amaro e alto contenuto di caffeina).
Il caffè è composto da più di 1000 ingredienti, compresi carboidrati, lipidi, vitamine e minerali. Essi variano a seconda della varietà e dei processi di produzione. È fonte di acidi clorogenici (acidi presenti anche in molti altri prodotto ortofrutticoli), ma, a causa della torrefazione del prodotto se ne perdono in grandi quantità.
Fra tutti i componenti del caffè, quello maggiormente studiato è la caffeina. L’effetto più conosciuto della caffeina è la stimolazione del sistema nervoso centrale. Gli effetti stimolanti sono da ricondurre alla capacità di ridurre la trasmissione di adenosina nelle varie regioni del cervello. Oltre a esercitare effetti sul sistema nervoso, la caffeina ha ripercussioni anche sul nostro corpo (aumenta la contrattilità del cuore, facilita la digestione).
 
Dai risultati ottenuti in diversi studi si evince che il consumo di quattro caffè al giorno non è da considerarsi dannoso per una persona che non presenti già complicanze.
Un accorgimento da tenere presente durante il consumo di caffè è quanto zucchero aggiungiamo.
Perché in questo caso, non vale la regola di Mary Poppins “con un poco di zucchero la pillola va giù”.
 
Il caffè è preferibile berlo senza aggiungere nulla, così da limitare il consumo di zuccheri giornalieri e, se il gusto è amaro, è solo una questione di abitudine…

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