La forza di 42 donne canalizzata per fare del bene ad altre che, come loro, stanno affrontando il difficile percorso indotto dal tumore al seno. Un girotondo di vicinanza, tenendosi per mano. Le 42 modelle che lo scorso 14 maggio hanno sfilato per la “Forza in passerella” al teatro Duse di Asolo hanno raccolto una cifra pari a 3.582 euro che è stata interamente devoluta alla Lilt Provinciale di Treviso per il progetto “Girotondo” che prevede l’avvio di un programma psicologico per le donne malate di tumore, prima nella sede di Castelfranco e poi in quella di Montebelluna.
L’obiettivo è quello di fornire il sostegno psicologico alle donne che incontrano la malattia del tumore al seno, ma anche alle loro famiglie e, il fatto che ad attivare questo progetto siano state donne che hanno attraversato lo stesso difficile percorso, è quanto mai significativo.
La diagnosi di cancro spesso genera una sofferenza psichica con disturbi depressivi, ma può sfociare anche in stati di ansia e di rabbia che hanno innegabili ripercussioni sulla salute della donna e sull’equilibrio familiare e di coppia. Ogni anno in provincia di Treviso vengono diagnosticati oltre 800 nuovi casi di tumore maligno al seno, per una donna su otto, quindi, poter disporre di un aiuto psicologico può rivelarsi fondamentale nell’affrontare la malattia.
«Ci chiediamo spesso quale sia il modo migliore per utilizzare i fondi che riceviamo, oggi abbiamo pensato di dedicarli ad aiutare le donne ad affrontare il percorso lungo e doloroso della malattia, creando uno spazio dove possono essere supportate e dare sfogo alle preoccupazioni e paure.» spiega il dottor Alessandro Gava presidente Lilt Provinciale di Treviso «Ringrazio Matteo Geretto del presidio ospedaliero Giovanni XXIII di Monastier, Giuliana Menegaldo dell’associazione Un Giro in Piazza, Michela Bardi di Cafè Coraggio e Doris Feltrin stylist de La forza in passerella, grazie a loro possiamo dare vita al progetto Girotondo».
“La LILT ha come mission la prevenzione. Un obiettivo che condividiamo perché arrivare in tempo in una diagnosi significa salvare non solo la donna ma l’intera famiglia che la circonda e le vuole bene – ha commentato Matteo Geretto Responsabile del Presidio Ospedaliero “Giovanni XXIII” di Monastier punto di riferimento per la diagnosi e cura della patologia. Da anni siamo al loro fianco durante l’ottobre rosa, il mese della prevenzione, e riuscire poi a sostenere progetti come questo, è per noi un grande orgoglio ma anche un modo sincero per dire grazie alla presidenza e ai tanti volontari per l’immenso impegno profuso per la lotta contro questo tremendo nemico”.
Presenti alla consegna dell’assegno anche due delle modelle che hanno sfilato ad Asolo, in rappresentanza di tutte le bellissime donne che con grande forza e dignità, hanno deciso di mostrarsi e mostrare i segni della malattia che ha cambiato loro la vita.
«Con la sfilata abbiamo voluto dare un segnale anche alle altre donne» racconta Rosa Tanda di 42 anni e che ha scoperto la malattia tre anni fa «vogliamo invitare chi sta percorrendo questo cammino di cercare di accettarsi, è un passaggio che ti cambia mentalmente e fisicamente, devi rimetterti in gioco per te stessa e anche per le persone che sono al tuo fianco. Io ho due figli di 5 e 12 anni e ho fatto tutto per loro, ho sfilato nonostante fosse stata operata 12 giorni prima per far vedere che la loro mamma stava bene. È stato emozionante per me, ma anche per la mia famiglia. Invito tutte a non aver paura ad aprirsi con altre donne, se sono qui è grazie al supporto di chi ha vissuto il mio stesso percorso».
Raffaella Balzi, invece ha 49 anni, non pensava che avrebbe mai sfilato e invece è stato per lei un tornare alla vita: «Sapevo che con la chemioterapia avrei perso i capelli, ero preparata. Quello che mi ha segnato è stato vederli ricrescere. Non mi accettavo, il mio viso era gonfio per i farmaci, mi vedevo come un uomo. È stato veramente duro, poi con Cafè Coraggio e la sfilata ho trovato un supporto e sono riuscita a vedermi bella».