Quello sguardo che trasmette gioia,il fazzoletto stretto in mano,la sua icona.
Si, Luciano Pavarotti immerso nel frac con le braccia larghe e il suo splendido sorriso, buono e incantevole ,questa e’ l’immagine che ci rimanda il film sul tenore alla Festa del Cinema,diretto da Ron Howard,che da Happy Days di strada e di film ne ha ideati,uno su tutti Rush del 2013.
Ron ha intervistato 53 persone che a vario titolo hanno conosciuto il tenore amandolo e frequentando i suoi luoghi,la sua vita,le sue radici emiliane.
Da Domingo a Carreras fino a Bono degli U2, per approdare ad Adua con le sue 3 figlie e Nicoletta la sua seconda moglie,una autentica “up line” che ci restituisce un Pavarotti maestro unico,geniale ma umile e mai lontano dalle sue radici,Modena e tutto quello che la sua regione natia ha sempre dato.
Ambasciatore della lirica fino al 2007,generosissimo e altruista,da giovane scopri’ di avere una bellissima voce ma fece un duro lavoro di gavetta,un grande messaggio per tutti i giovani,in quanto nulla e ‘ precostituito e arriva senza un grande lavoro.
Poi la filantropia e i suoi numerosi eventi,ispirato,folgorato da Diana Spencer,iniziative benefiche per le quali fu criticato negli ambienti della musica classica,ed e’ proprio Bono che lo spiega nel filmato,ma tante,’ Luciano aveva un cuore grande e impavido, ricco di quel cardine di umanita’ vera,sincera.
Poi una certa ritrosia nel dare spazio alla carriera nei teatri d’opera italiani,fino ad arrivare alla contestazione per il Don Carlo del 1992,ecco che da li’ non mise piu’ un centimetro di piede alla Scala di Milano.
Un viaggio desueto ed emozionante,un gentile omaggio di Ron Howard a Pavarotti,un uomo a cui il mondo della musica e non solo deve molto.
Pavarotti di Ron Howard nelle sale cinematografiche dal 28 al 30 ottobre.
Mauro Lama Instacult