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Udienza di Papa Francesco: "La soluzione alle divisioni non è opporsi a qualcuno. Il vero rimedio comincia dal chiedere a Dio la pace, la riconciliazione, l’unità"

5 minuti di lettura

Nella mattinata di ieri, la Biblioteca del Palazzo Apostolico in Città del Vaticano ha ospitato l’Udienza Generale di Papa Francesco, che qui sotto riportiamo in versione integrale.
Al termine del suo intervento (che chi volesse rivedere e riascoltare, può farlo a questa pagina), il Pontefice ha ricordato che il 22 gennaio entrerà in vigore il Trattato per la proibizione delle armi nucleari. Si tratta del primo strumento internazionale giuridicamente vincolante che vieta in modo esplicito questo tipo di ordigni, il cui utilizzo ha effetti indiscriminati e colpisce in breve tempo una grande quantità di persone, provoca d altresì danni all’ambiente di lunghissima durata.
 
Papa Francesco ha infine incoraggiato vivamente tutti gli Stati e tutte le persone a lavorare con determinazione al fine di promuovere le condizioni necessarie per un mondo libero da armi nucleari, contribuendo all’avanzamento della pace e della cooperazione multilaterale: due valori di cui oggi l’umanità ha tanto bisogno.
 
 

Catechesi – La preghiera per l’unità dei cristiani

 
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
In questa catechesi mi soffermerò sulla preghiera per l’unità dei cristiani. Infatti, la settimana che va dal 18 al 25 gennaio è dedicata in particolare a questo, a invocare da Dio il dono dell’unità per superare lo scandalo delle divisioni tra i credenti in Gesù. Egli, dopo l’Ultima Cena, ha pregato per i suoi, «perché tutti siano una sola cosa» (Gv 17,21). È la sua preghiera prima della Passione, potremmo dire il suo testamento spirituale. Notiamo, però, che il Signore non ha comandato ai discepoli l’unità. Nemmeno ha tenuto loro un discorso per motivarne l’esigenza. No, ha pregato il Padre per noi, perché fossimo una cosa sola. Ciò significa che non bastiamo noi, con le nostre forze, a realizzare l’unità. L’unità è anzitutto un dono, è una grazia da chiedere con la preghiera.
 
Ciascuno di noi ne ha bisogno. Infatti, ci accorgiamo che non siamo capaci di custodire l’unità neppure in noi stessi. Anche l’apostolo Paolo sentiva dentro di sé un conflitto lacerante: volere il bene ed essere inclinato al male (cfr Rm 7,19). Aveva così colto che la radice di tante divisioni che ci sono attorno a noi – tra le persone, in famiglia, nella società, tra i popoli e pure tra i credenti – è dentro di noi. Il Concilio Vaticano II afferma che «gli squilibri di cui soffre il mondo si collegano con quel più profondo squilibrio che è radicato nel cuore dell’uomo. È proprio all’interno dell’uomo che molti elementi si combattono a vicenda. […] Per cui soffre in se stesso una divisione, dalla quale provengono anche tante e così gravi discordie nella società» (Gaudium et spes, 10). Dunque, la soluzione alle divisioni non è opporsi a qualcuno, perché la discordia genera altra discordia. Il vero rimedio comincia dal chiedere a Dio la pace, la riconciliazione, l’unità.
 
Questo vale prima di tutto per i cristiani: l’unità può giungere solo come frutto della preghiera. Gli sforzi diplomatici e i dialoghi accademici non bastano. Gesù lo sapeva e ci ha aperto la via, pregando. La nostra preghiera per l’unità è così un’umile ma fiduciosa partecipazione alla preghiera del Signore, il quale ha promesso che ogni preghiera fatta nel suo nome sarà ascoltata dal Padre (cfr Gv 15,7). A questo punto possiamo chiederci: “Io prego per l’unità?”. È la volontà di Gesù ma, se passiamo in rassegna le intenzioni per cui preghiamo, probabilmente ci accorgeremo di aver pregato poco, forse mai, per l’unità dei cristiani. Eppure da essa dipende la fede nel mondo; il Signore infatti ha chiesto l’unità tra noi «perché il mondo creda» (Gv 17,21). Il mondo non crederà perché lo convinceremo con buoni argomenti, ma se avremo testimoniato l’amore che ci unisce e ci fa vicini a tutti.
 
In questo tempo di gravi disagi è ancora più necessaria la preghiera perché l’unità prevalga sui conflitti. È urgente accantonare i particolarismi per favorire il bene comune, e per questo è fondamentale il nostro buon esempio: è essenziale che i cristiani proseguano il cammino verso l’unità piena, visibile. Negli ultimi decenni, grazie a Dio, sono stati fatti molti passi in avanti, ma occorre perseverare nell’amore e nella preghiera, senza sfiducia e senza stancarsi. È un percorso che lo Spirito Santo ha suscitato nella Chiesa, nei cristiani e in tutti noi, e dal quale non torneremo più indietro. Sempre avanti!
 
Pregare significa lottare per l’unità. Sì, lottare, perché il nostro nemico, il diavolo, come dice la parola stessa, è il divisore. Gesù chiede l’unità nello Spirito Santo, a fare unità. Il diavolo sempre divide, perché è conveniente per lui dividere. Lui insinua la divisione, ovunque e in tutti i modi, mentre lo Spirito Santo fa sempre convergere in unità. Il diavolo, in genere, non ci tenta sull’alta teologia, ma sulle debolezze dei fratelli. È astuto: ingigantisce gli sbagli e i difetti altrui, semina discordia, provoca la critica e crea fazioni. La via di Dio è un’altra: ci prende come siamo, ci ama tanto, ma ci ama come siamo e ci prende come siamo; ci prende differenti, ci prende peccatori, e sempre ci spinge all’unità. Possiamo fare una verifica su noi stessi e chiederci se, nei luoghi in cui viviamo, alimentiamo la conflittualità o lottiamo per far crescere l’unità con gli strumenti che Dio ci ha dato: la preghiera e l’amore. Invece alimentare la conflittualità si fa con il chiacchiericcio, sempre, sparlando degli altri. Il chiacchiericcio è l’arma più alla mano che ha il diavolo per dividere la comunità cristiana, per dividere la famiglia, per dividere gli amici, per dividere sempre. Lo Spirito Santo ci ispira sempre l’unità.
 
Il tema di questa Settimana di preghiera riguarda proprio l’amore: “Rimanete nel mio amore: produrrete molto frutto” (cfr Gv 15,5-9). La radice della comunione è l’amore di Cristo, che ci fa superare i pregiudizi per vedere nell’altro un fratello e una sorella da amare sempre. Allora scopriamo che i cristiani di altre confessioni, con le loro tradizioni, con la loro storia, sono doni di Dio, sono doni presenti nei territori delle nostre comunità diocesane e parrocchiali. Cominciamo a pregare per loro e, quando possibile, con loro. Così impareremo ad amarli e ad apprezzarli. La preghiera, ricorda il Concilio, è l’anima di tutto il movimento ecumenico (cfr Unitatis redintegratio, 8). Sia pertanto, la preghiera, il punto di partenza per aiutare Gesù a realizzare il suo sogno: che tutti siano una cosa sola.
 
 

FRATELLI TUTTI: riflessione a due voci

L’ultima enciclica di Papa Francesco ha destato scalpore, che è bene essere guidati alla sua interpretazione e comprensione.
 
Di sicuro interpretarla come legata alle vicende politiche odierne sarebbe riduttivo, ma non c’è dubbio che indichi una via da seguire, un atteggiamento culturale ed etico, che rappresenta una potente sfida a visioni politico-filosofiche che riflettono dal profondo la crisi.
 
Ecco allora che questa sera, due ospiti di eccezione – Don Walter Magnoni, responsabile della Pastorale sociale e del lavoro della Diocesi di Milano e il prof. Salvatore Natoli, ordinario di Filosofia teoretica presso l’Università Bicocca di Milano – discuteranno questo testo di profonda importanza non solo per chi crede, ma anche per i laici che tuttavia conservano fiducia nella capacità dell’uomo di superare le difficoltà del presente per un futuro migliore.
 
L’evento, interamente online, sarà condotto nel rispetto della normativa vigente anti Covid-19 e sarà tramesso in diretta streaming sulla pagina Facebook dell’Amministrazione comunale di Lurago d’Erba.
 

Info utili

ORARIO
(Giovedì) 21.00 – 22.30
 
EVENTO ONLINE
Diretta Facebook Live
Per informazioni e prenotazioni telefonare allo 031.3599520 – negli orari di apertura della biblioteca – oppure scrivere all’indirizzo di posta elettronica [email protected]
 
INFO DI CONTATTO
[email protected]
 
 

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