L’assemblea organizzata dal Comitato via Sassi, presieduta dai moderatori Waly Zorzi e Giovanni dall’Acqua, svoltasi sabato nell’aula dell’oratorio parrocchiale di Mazzocco, ha dimostrato esserci tra i presenti un forte interesse ambientale seppur concentrato tutto sulla strada in oggetto. Una signora ha sostenuto che quell’area sia uno dei pochi, se non l’ultimo, polmone verde rimasto sul territorio.
La via Sassi, essendo chiusa al traffico da oltre due anni e non essendo un’arteria d’importante passaggio nemmeno prima della chiusura, non è molto nota e per averne qualche conoscenza bisogna affidarsi a Google Maps, dal quale risulta essere una striscia d’asfalto tra campi coltivati, con pochissimi alberi a ombreggiarla.
“Alle aziende che si stabilizzano su un territorio bisogna chiedere di piantare alberi”, ha sostenuto con forza il presidente Paolo Favaro del Comitato a difesa delle ex Cave di Marocco e Salviamo il paesaggio. Inoltre Paolo Favaro ha sottolineato che la sua associazione, presente da molti anni sul territorio, si occupa di temi ambientali colloquiando sempre con l’Amministrazione comunale; nonostante questo non è stata invitata a esprimere un parere.
“Dite di voler invitare Legambiente, avete invitato Italia Nostra ma a noi, che da anni ci occupiamo della salvaguardia del territorio e dell’ambiente, non è arrivata nessuna richiesta di relazioni né di pareri”.
Il presidente Favaro ha inoltre evidenziato: “Di sicuro inquinano di più le auto in sosta al semaforo sul Terraglio che il passaggio di auto distribuite su una strada”. In effetti il problema delle migliaia di persone che gravitano su quel tratto di Terraglio, strada napoleonica d’importante valore storico, paesaggistico, e architettonico, è stato poco trattato.
I sindacalisti, invitati in veste di relatori, hanno comunque messo in evidenza la differenza numerica tra i residenti, che lamentano un disagio per il passaggio delle auto la mattina e la sera, e gli automobilisti impiegati presso le Generali. Quest’ultimi, se provenienti da Mogliano, Marcon e Casale, sono costretti a percorrere il tratto di Terraglio, dal semaforo del centro di Mogliano a quello all’altezza di Marocco, per poi unirsi, in un’unica coda, con i lavoratori provenienti da Mestre e insieme percorrere via Marocchesa, fino agli uffici al numero 14. Per loro sarebbe più conveniente “tagliare” per via Sassi, evitando così la coda sul Terraglio, che non va dimenticato, ha già il suo traffico di passaggio da Mestre verso Treviso.
In attesa della soluzione “a fagiolo”, verrà richiesto dal Comitato via Sassi un nuovo incontro con il Sindaco Bortolato.
Silvia Moscati