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Tornelli per regolamentare l’afflusso dei turisti a Venezia: manifestazione dei centri sociali

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Dopo mesi di discussioni, nella giornata di sabato 28 aprile, sono stati installati due varchi d’accesso alla Città nei punti critici di maggior afflusso. Uno è stato posizionato a Piazzale Roma ai piedi del ponte di Calatrava e l’altro ai piedi del ponte degli “Scalzi”. Si tratta di una iniziativa in fase sperimentale per di cui valutare l’effettiva efficacia, il primo concreto tentativo di regolamentazione dei flussi turistici in Città.
 
Normalmente i varchi non vengono attivati finché la sala operativa della polizia municipale non registra un
incremento significativo di afflusso tale da dover deviare la circolazione. I tornelli saranno presidiati dagli
agenti di polizia che, in caso di necessità, daranno indicazione su eventuali percorsi alternativi. Sono
esentati da qualsiasi limitazione i residenti e i pendolari possessori di tessera “VeneziaUnica”.
 
Non sono passate nemmeno ventiquattro ore che nella mattinata di sabato 29 una trentina di giovani “No global” hanno rimosso il varco di piazzale Roma. Dopo aver divelto la struttura, e l’averla spostata di lato, i manifestanti l’hanno coperta con uno striscione con su scritto “Venezia non è una riserva, non siamo in via di estinzione”. Dopo alcune ore il varco è stato ripristinato. Il sindaco Brugnaro si è recato personalmente a piazzale Roma per vedere la situazione per poi dirigersi al vicino comando di polizia municipale, dove si trova la sala controlli che monitora costantemente gli accessi alla Città.
 
“Abbiamo ripristinato tutto dopo mezz’ora dal gesto eroico dei nostri no global locali – ha dichiarato su
Twitter il sindaco Brugnaro – Ringrazio la polizia locale, i carabinieri, la guardia di finanza, la polizia, il
questore, il prefetto”. Il sindaco dichiara inoltre: “Vogliamo risolvere i problemi che per tanti anni queste
persone hanno impedito che si potessero risolvere. Non cadremo nelle provocazioni. Con grande serenità
continuiamo a voler regolamentare i flussi per far vivere meglio le persone”.
“Potete venire tranquillamente a Venezia – conclude – Varchi, tutto a posto. Si continua con la sperimentazione”.
 
I manifestanti del Centro sociale Morion hanno diffuso un comunicato per spiegare le ragioni della
protesta. “Le immagini della città sbarrata, dell’ingresso selettivo, della riduzione dell’urbano a parco a
tema susciterebbero un sorriso amaro se fossero l’ennesima provocazione dell’ennesimo artista
intenzionato a denunciare la progressiva morte di Venezia. Suscitano invece indignazione perché
simboleggiano la resa definitiva di un’amministrazione che non solo si copre di ridicolo globale, ma che
contemporaneamente alza le mani di fronte all’emergenza esodo, all’impoverimento demografico e sociale
della città che amministra”. Secondo i manifestanti, “non va a colpire il turismo mordi e fuggi, esattamente l’opposto. Da una parte crea la figura di un cittadino legittimo, cosa di per sé antidemocratica,
omogenizzante, passibile di essere interpretata in senso beceramente etnico-identitario. Dall’altra,
imponendo un dispositivo di controllo ai danni dello stesso Veneziano legittimo, gli sta dicendo che è
ormai espropriato della propria città”.

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