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Tappa a Mestre per il docufilm #cuoriconnessi. L'assessore Venturini: "Un'occasione di riflessione e divertimento"

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L’assessore comunale alla Coesione sociale, Simone Venturini, è intervenuto questa mattina al Teatro Toniolo di Mestre, per la proiezione del docufilm #cuoriconnessi, rivolto in particolare ai ragazzi delle scuole medie e superiori. L’obiettivo è fornire alla platea consigli utili per un uso consapevole e responsabile della tecnologia, dagli smartphone, ai pc, ai tablet, per far comprendere le conseguenze che questo fenomeno può generare nella vita di un ragazzo: i messaggi, le immagini e i video caricati in rete oggi, si diffondono in maniera incontrollata e restano presenti nel web per sempre, creando problematiche che in alcuni casi possono avere anche conseguenze drammatiche.
 
“Il Comune di Venezia – ha spiegato l’assessore Venturini – di concerto con tutti i soggetti istituzionali coinvolti, ha rafforzato il suo impegno nel campo della prevenzione e dell’informazione ai giovani, su fenomeni quali il consumo di sostanze stupefacenti, il bullismo e il cyberbullismo. Quest’ultimo fenomeno, in particolare, è sotto stretta osservazione e monitoraggio anche nel nostro territorio. Riteniamo quindi importantissimo il coinvolgimento dei giovani e delle loro famiglie, anche attraverso iniziative efficaci ed innovative come questa”. L’assessore ha poi invitato i ragazzi a dialogare con l’Amministrazione comunale: “Scrivetemi una mail per dirmi cosa vorreste, cosa vi piacerebbe che facessimo per voi – ha concluso Venturini – segnalandoci se ci sono dei servizi o delle iniziative che possiamo fare o migliorare, ci interessa molto sapere cosa ne pensate e cosa cambiare”.
 
“L’iniziativa rappresenta per la Polizia di Stato un ulteriore momento di incontro con i ragazzi – ha aggiunto Emanuela Napoli, dirigente del Compartimento Polizia postale e delle Comunicazioni per il Veneto – per svolgere al meglio la fondamentale attività di prevenzione a cui è demandata. E’ infatti attraverso il dialogo con i giovani che è possibile comprendere al meglio le origini dei loro disagi e adoperarsi per individuare la via migliore per un approccio più responsabile e consapevole verso gli strumenti informatici, dal cui utilizzo distorto possono derivare gravi pericoli come quello del cyberbullismo”.

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