Si chiama Sendero Giuseppe Mazzotti e si snoda per circa due chilometri, dalla località di Otongachi al Centro di Educazione Ambientale e alla Foresteria che si trovano all’ingresso della Foresta Otonga in Ecuador: è il nuovo tracciato nel cuore dell’Amazzonia che la Fondazione Otonga, coordinata dall’entomologo Giovanni Onore, ha deciso di dedicare al trevigiano Giuseppe Mazzotti. Il sentiero favorirà l’accesso alla riserva agli ecoturisti e alle spedizioni internazionali che intendono studiare il ricchissimo ecosistema.
L’intitolazione è un ringraziamento della Fondazione all’Associazione Premio Letterario Giuseppe Mazzotti e al suo ispiratore, che fu un “ecologista ante litteram”: l’Associazione fu la prima a credere nel progetto di Onore di creare una riserva protetta in Ecuador quando, in occasione della partecipazione dell’entomologo ad un convegno dedicato all’Amazzonia a San Polo di Piave, Treviso, nel 1992 (in occasione del cinquecentenario della scoperta dell’America), elargì la donazione che permise di acquistare i cento ettari di terreno iniziali. Da allora è divenuta sostenitrice del progetto e negli anni ha organizzato diverse raccolte fondi coinvolgendo aziende, scuole e privati; nel 1998 ha presentato il progetto al proprio partner Valcucine che, da allora, attraverso l’associazione Bioforest, garantisce a Otonga un sostegno continuativo.
In un trentennio la riserva si è ampliata da 100 fino a 2 mila ettari e sono stati realizzati un Centro di Educazione Ambientale e una Foresteria, che permettono la permanenza di studiosi internazionali favorendo l’approfondimento della flora e della fauna e la scoperta continua di nuove specie animali e vegetali.
La riserva, con un’estensione di oltre 2 mila ettari, rappresenta l’esempio di un altro futuro possibile per il polmone verde della Terra e Mazzotti, ecologista ante litteram, di certo sarebbe stato orgoglioso di partecipare a una causa di questa portata.
Il riconoscimento che la Fondazione Otonga dedica a Giuseppe Mazzotti non solo lo avrebbe reso orgoglioso ma anche certifica il suo impegno a favore dell’ambiente e della sua difesa, ben prima che l’ecologia fosse riconosciuta come scienza. Instancabile e carismatico, Mazzotti aveva infatti attratto nella propria cerchia di intellettuali e artisti anche menti brillanti e illuminate che avevano elaborato un pensiero ecologico ed una personale opposizione al consumo di paesaggio, come il poeta Andrea Zanzotto e la viaggiatrice e scrittrice di Freya Stark. Suo fu il merito di innescare una “reazione enzimatica” che si tradusse in un dibattito fortemente anticipatorio e trovò nella produzione poetica, letteraria, giornalistica dei suoi amici un eccezionale veicolo di diffusione.