Sono trascorsi sette anni dal giorno in cui Giulio Regeni sparì nelle mani dei carcerieri egiziani di Al Sisi, per essere ritrovato una settimana più tardi, orribilmente ammazzato.
Sette anni di dolore, inchieste e tentativi di conoscere la verità e la giustizia. Sette anni in cui i genitori, la legale, gli amici, hanno fatto quanto era nelle loro possibilità per giungere a conoscere il nome dei colpevoli del suo omicidio.
“Sono almeno 60mila le persone detenute in Egitto in ragione delle loro opinioni politiche. I nomi degli esecutori materiali sono noti, il mandante altrettanto. Ciò nonostante, ancora oggi si sentono ministri italiani che pomposamente comunicano disponibilità del governo egiziano a far luce sul delitto. Noi di Rifondazione Comunista non ci crediamo e ci schieriamo al fianco delle forze democratiche egiziane che si oppongono al regime”, commenta Stefano Galieni, responsabile immigrazione Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, Coordinamento Unione.
Università Ca’ Foscari: una panchina intitolata a Giulio Regeni
Una panchina gialla intitolata a Giulio Regeni per ribadire il diritto alla libertà della ricerca nel mondo. Con una cerimonia di commemorazione, nel giardino della sede di Ca’ Dolfin, l’Università Ca’ Foscari ha voluto ricordare il giovane ricercatore rapito al Cairo il 25 gennaio 2016, torturato e ucciso, il cui corpo fu ritrovato il 3 febbraio 2016 in un fosso della periferia della capitale egiziana.
All’appuntamento è intervenuta in rappresentanza dell’Amministrazione comunale l’assessore all’Università Paola Mar, insieme alla rettrice Tiziana Lippiello e la prorettrice alla Ricerca, Maria Del Valle Ojeda Calvo. Presente anche Francesco Vacchiano, professore associato di Antropologia del Dipartimento di Studi Umanistici di Ca’ Foscari, che nel 2021 ha organizzato la maratona di voci “Giustizia per Regeni e libertà per Patrick Zaki”.
“In un anniversario importante – ha detto l’assessore Mar – abbiamo colto con favore questa intitolazione promossa dall’Università Ca’ Foscari e ci auguriamo che si persegua al più presto il raggiungimento della verità. A volte la democrazia fa fatica ad emergere, ma noi dobbiamo comunque essere fiduciosi e lottare”.