«Nel 2017 la disoccupazione giovanile in Veneto è aumentata del 2%, passando dal 18,7% al 20,9%, mentre l’imprenditoria giovanile è in calo costante con il -4,1%, 1.456 imprese guidate da under 35 in meno nell’ultimo anno. I giovani scappano dal Veneto, che è sempre meno attrattivo: 10.751 veneti emigrati nel 2016, il 13,2% in più rispetto all’anno precedente, seconda regione in Italia per fuga. Nel frattempo, le scuole venete si spopolano e dal prossimo anno scolastico spariranno altri 7mila studenti». Il consigliere regionale Piero Ruzzante (Liberi e Uguali), relatore di minoranza del progetto di legge statale sulla leva obbligatoria, ha argomentato il suo No alla reintroduzione della naja partendo dai dati relativi alla popolazione giovanile in Veneto.
«I giovani vorrebbero più risorse per il diritto allo studio, vorrebbero pagare meno per gli abbonamenti dei treni (come avviene in Emilia Romagna), vorrebbero edifici scolastici a norma e più risorse per la ricerca e l’innovazione: vorrebbero insomma che la Giunta credesse in loro e investisse nelle loro idee; non che ripristinasse un obbligo e una corvè di stato, togliendo loro un anno di vita… per di più a gratis! E perché nella legge non sono previsti esoneri, ad esempio per chi ha un contratto di lavoro o un dottorato? Per chi ha dei figli o è orfano di un genitore?», chiede Ruzzante in sede di discussione generale e anticipando l’illustrazione degli oltre 50 emendamenti al progetto di legge.
«E infatti i giovani sono contrari alla reintroduzione della leva obbligatoria – sottolinea Ruzzante – e lo hanno detto chiaramente la settimana scorsa, con la protesta pacifica promossa dalla Rete degli Studenti Medi del Veneto e da Studenti Per Udu Padova, Udu Verona e Udu Venezia in cui decine di ragazzi e ragazze si sono tagliati i capelli per dire No al servizio militare obbligatorio. Oggi, mentre alcuni rappresentanti degli studenti sono presenti in Consiglio regionale, consegnerò questi capelli al presidente Ciambetti».
«Forse così ricorderà che nel 2001 la Lega votò per l’abolizione della naja – conclude Ruzzante, all’epoca tra i promotori della fine della servizio militare obbligatorio – oggi si rimangiano tutto con una legge che per come è scritta abolisce il Servizio Civile Nazionale e che costa almeno 15 miliardi all’anno, altro che i 25 milioni previsti nel pdl».