“Ci sono voluti 530 giorni (1 anno, cinque mesi e 14 giorni, tanto è passato dal fatidico referendum-truffa), ma alla fine il bluff presidente Zaia è crollato: addio residuo fiscale, addio al principio del 90% da trattenere per i Veneti, addio intesa “blindata” col governo e benvenuto iter parlamentare”. Questa l’accusa di Piero Ruzzante (Liberi e Uguali) e Patrizia Bertelle (Italia in Comune) rivolta al governatore Luca Zaia e alla Lega; colpevoli secondo i due esponenti di aver beffato i veneti.
I due esponenti proseguono: “Ma ve la ricordate la proposta di legge per il Veneto regione a statuto speciale? Tutte balle, ieri a Roma il presidente ha confermato nei fatti quello che noi abbiamo sostenuto fin dall’inizio; ben prima della campagna elettorale-referendaria: prima di tutto che quella dei 9/10 del residuo fiscale è una fregnaccia bella e buona. Inoltre nessun progetto di autonomia può andare a compimento senza il necessario passaggio parlamentare”.
“Quando lo dicevamo, Zaia e i suoi ci davano dei disfattisti, dei gufi e chissà che altro. Hanno venduto fumo ai veneti per raccogliere consensi al referendum; poi hanno pure fatto una legge in cui all’articolo 2 si parla dei nove decimi di residuo fiscale”. Rincarano Ruzzante e Bertelle, che poi concludono.
“Il presidente ha cambiato idea? Chiediamo che Zaia venga subito a riferire in consiglio, ci deve spiegare perché ha presentato ieri al Parlamento una linea profondamente diversa da quella assunta nella campagna referendaria e nella proposta di legge votata dal Consiglio Regionale, perché ci ha fatto votare su un bluff? Ma soprattutto ha il dovere nei confronti dei veneti di confessare che li ha presi in giro e che da questa autonomia il Veneto non riceverà un euro in più, anche con il suo consenso!”