Pubblichiamo comunicato della Rete degli Studenti Medi Treviso
Riaprono oggi i cancelli delle scuole: un primo giorno che studenti, famiglie e docenti, aspettano in modo particolare, dopo due anni di DAD, restrizioni e chiusure.
Tuttavia rientriamo a scuola tutti con un po’ di amaro in bocca: “In questi due anni non è stato profuso nessun impegno per costruire una scuola e soprattutto una società diversa” dicono i ragazzi della Rete degli Studenti Medi fuori dalle scuole di Treviso.
”Il mondo che ci è stato consegnato si sta distruggendo sotto ai nostri occhi, da una sanità debole ad un’istruzione immobile, da un sistema di produzione che distrugge l’ambiente ad un mondo del lavoro precario e insicuro.
Abbiamo constatato in prima persona come le problematiche a questo rientro siano le medesime, ma siamo allo stesso tempo consapevoli che non ci possiamo soffermare sulle singole, ma trattare il problema che siamo chiamati ad affrontare in modo più ampio.
Vogliamo iniziare questo anno chiedendo ascolto, di parlare con noi e non di noi, e di permetterci di costruire un futuro, ma soprattutto un presente, a nostra misura.”
È con queste parole che studenti di tutta Treviso hanno accolto il ritorno a scuola in questo primo giorno dell’anno scolastico con flashmob, assemblee e iniziative che hanno toccato moltissime città della regione e del paese”.
“Oggi siamo davanti a tante scuole di Treviso perché non possiamo permetterci di sprecare altro tempo per dire che questa non è la scuola e la società che meritiamo. Le strade delle nostre città parlano chiaro: serve una riforma dell’istruzione pubblica, pretendiamo politiche attive per il contrasto alla crisi climatica, vogliamo una legge che tuteli l’amore e l’identità di tutti, vogliamo essere interpellati per le decisioni che riguardano il nostro futuro, come sarebbe dovuto succedere per il PNRR. Oggi rientriamo a scuola, ma non nella scuola che volevamo” dichiara Davide Gasparello, della Rete degli Studenti Medi di Treviso.
Facce sorridenti all’ingresso dei cancelli, sorridenti ma allo stesso tempo arrabbiate e preoccupate: una scuola che non è cambiata e una narrazione distorta, quasi romanzata, delle nuove generazione, quella degli studenti e dei giovani che hanno vissuto la scuola e la socialità da dietro ad uno schermo.
”Stiamo finalmente tornando a riabitare gli spazi scolastici e a riviere la socialità che per mesi ci è mancata. Siamo felici ma al contempo insoddisfatti e arrabbiati.
Il vaccino è un antidoto preziosissimo per superare la pandemia del Covid-19, ma non basta come cura per tutti i problemi che la pandemia ha evidenziato. Siamo insoddisfatti anche perché, nonostante dagli spazi agli interventi sul trasporto pubblico sia cambiato poco o nulla, e soprattutto nemmeno in questo le componenti studentesche siano state interpellate, la narrazione della Regione e del Ministero è quella di un rientro in una scuola sicura, senza mai affrontare con noi quella che è la questione più urgente dopo mesi di pandemia e disagio: una scuola nuova, inclusiva e accessibile – continua Davide Gasparello. – Siamo arrabbiati perché non ci sta bene che la nostra generazione venga dipinta come quella dei giovani svogliati e sdraiati, quando invece siamo stati tra i primi a vivere la chiusura le scuole nel febbraio 2020, rimanendo a casa e rinunciando alla scuola in presenza, all’aggregazione, allo sport, agli hobby e siamo ad oggi una delle fasce di popolazione che si è vaccinata con più meticolosità e senso di responsabilità. ”
Il flashmob degli studenti di Treviso ha toccato anche la provincia: infatti anche a Vittorio Veneto sono comparsi numerosi manifesti provocatori, il più significativo recita “Non sei stanco parlino sempre di giovani e mai con noi giovani?”.