L’analisi dell’economia italiana post-lockdown impone di vagliare in primo luogo la situazione debitoria della popolazione, tenendo anche conto delle restrizioni imposte dal Governo e del conseguente aggravamento della crisi economica già in atto da alcuni anni.
Infatti, per contingentare il più possibile il rischio di contagio da Coronavirus, nel periodo intercorrente da marzo a maggio, le competenti autorità hanno adottato una serie di provvedimenti destinati a ridurre drasticamente gli spostamenti delle persone per evitare il verificarsi di rischiosi assembramenti.
Inoltre la chiusura delle attività produttive non ritenute indispensabili a livello nazionale ha influito negativamente sulle condizioni reddituali dei nuclei familiari direttamente o indirettamente destinatari delle suddette misure.
Tuttavia, contrariamente ad ogni aspettativa in merito, le famiglie italiane hanno continuato ad accendere nuovi prestiti o finanziamenti per sopperire a spese di varia natura e di diversa rilevanza.
A tale riguardo, ponendo l’attenzione sull’incidenza delle nuove linee di credito sui redditi dei cittadini, da recenti statistiche emerge che nei primi sei mesi del 2020 si è verificato un incremento pari al 4,8%, rispetto a quanto registrato lo scorso anno.
La ragione di tale andamento è probabilmente da ascrivere anche alla convenienza delle operazioni finanziarie in seguito al progressivo ribasso del costo del denaro.
Dalla medesima indagine si evince anche che nell’ultimo periodo sono in costante aumento i finanziamenti finalizzati, come ad esempio quelli per l’acquisto di elementi di arredo o elettrodomestici oppure quelli stipulati per comprare vetture e motocicli, a scapito dei prestiti personali.
Per quanto invece riguarda il peso delle rate mensili subito dalle famiglie italiane, la somma media impiegata dalla platea dei debitori per restituire il capitale ricevuto ammonta a 333 euro (contro i 364 euro del 2016), a fronte di una esposizione di debiti che generalmente ruota sui 30 mila euro.
Si nota quindi una particolare attenzione dei richiedenti alla comodità della rateizzazione rispetto alle proprie capacità effettive di rimborso, che spesso li induce ad optare per l’allungamento della durata del finanziamento con consequenziale diminuzione dell’importo impegnato ciascun mese.
Tra i finanziamenti più diffusi sul mercato finanziario vi sono i prestiti destinati ai dipendenti statali, che in virtù della solidità del loro contratto lavorativo e del loro datore di lavoro possono usufruire di condizioni agevolate sia nei tassi che nelle modalità di richiesta.
Nel dettaglio hanno la possibilità di accedere ad un Piccolo Prestito ovvero ad un Prestito Pluriennale diretto o garantito, qualora abbiano raggiunto i requisiti richiesti, come l’anzianità di servizio e l’iscrizione alla Gestione Unitaria delle prestazioni creditizie (per ulteriori approfondimenti sui prestiti per dipendenti statali: Calcoloprestito.org).