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Presentazione del libro "La culla della civiltà" scritto da Lorenzo Fontana ed Ettore Gotti Tedeschi

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Venerdì 18 maggio ho avuto il piacere di partecipare alla presentazione del libro La culla vuota della civiltà (Gondolin edizioni), scritto dall’on. Lorenzo Fontana e dall’economista Ettore Gotti Tedeschi, tenutasi all’Hotel Ca’ del Galletto di Treviso e a cui ho assistito con molto interesse.
 
Il loro saggio è una sincera, seppur amara, riflessione sulle vere ragioni della denatalità del nostro Paese e sul perché il destino degli italiani rischi di portare all’estinzione, complici le politiche molto poco family-friendly degli ultimi anni e la scelta di colmare il gap demografico con i flussi migratori.
 
Particolarmente ispiratrici sono state le parole del senatore Massimo Candura, che ha aperto la serata e salutato le autorità altamente qualificate che hanno presenziato all’evento. Un Paese che non fa figli non ha futuro, questa è la verità.
 
Altrettanto interessanti sono state le idee condivise da entrambi gli autori per invertire la rotta, che spaziano dagli asili nidi gratuiti, alla tutela dei tempi di vita, fino a una flat tax che aiuti le famiglie numerose. Idee che hanno introdotto il successivo intervento, davvero illuminante, del prof. Gotti Tedeschi, secondo cui il primo e più importante pilastro alla base del libro è che della natalità non bisogna arginare le conseguenze, ma comprenderne le cause prima di compiere qualsivoglia azione.
 
Poiché è solo partendo dall’analisi delle cause che hanno portato allo scenario odierno che si riesce a capire quali siano i giusti interventi da fare.
 

 
Ma cosa si intende per risalire alle cause?
 
Risalire alle cause significa identificare quali sono le correnti di pensiero e le persone che hanno influenzato il mondo contemporaneo con la convinzione psicologica – molte volte anche inconscia – che ci ha portato a fare sempre meno figli. In primis, la convinzione che fare figli ci renda più poveri e che sia giusto dare alla luce un bambino solo nel momento della più totale tranquillità economica.
 
Questa concezione filosofica deriva dall’economista Thomas Robert Malthus, portatore della teoria malthusiana, che si fa assertrice di un energico controllo delle nascite e auspica il ricorso a strumenti tali a disincentivare la natalità.
 
Con il termine malthusianesimo o neo-malthusianesimo (termine associato a un risveglio della teoria malthusiana, in coincidenza con il dibattito portato dalla convocazione della Conferenza internazionale sulla popolazione e lo sviluppo tenutasi a Bucarest nel 1974) vengono oggi indicate quelle teorie che attribuiscono la povertà allo squilibrio tra la crescita della popolazione e lo sviluppo delle risorse.
 
Il prof. Gotti Tedeschi ha auspicato però a un ripensamento del valore della famiglia come patrimonio dell’umanità: questo il punto di partenza per la ripresa dell’Italia.
 
Inoltre, il crollo delle nascite dà come conseguenza i tre grandi problemi che affliggono l’Italia: la povertà, l’immigrazione e l’ambiente. Non si può tuttavia risolvere la prognosi se la diagnosi è sbagliata.
 
In questa direzione ha speso una riflessione anche il candidato sindaco per la città di Treviso Mario Conte, che ha affermato di riconoscersi moltissimo all’interno del tema famiglia e che ha annunciato tutto quello che farà per aiutare le famiglie in questo senso, se sarà eletto. In primis, il suo impegno si concretizzerà nell’incontrare tutti i cittadini, stabilendo i bisogni primari, in modo da venire in aiuto di più bisognosi.
 
Il prof. Gotti Tedeschi ha concluso il proprio intervento auspicando a un ripensamento filosofico e a un cambio di rotta causato da chi ci ha influenzato in passato – partendo da Malthus, al rapporto Kissinger e al Club di Roma –, perché è non facendo figli che si arriva al ciclo perverso del crollo del PIL.
 
Un tempo si diceva che il Mediterraneo fosse la culla della civiltà. Oggi dobbiamo ritornare in quella direzione, perché – se ancora non fosse chiaro – i figli sono l’investimento del futuro.

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