I neologismi sono parole coniate in tempi recenti, che nascono sostanzialmente combinando termini già esistenti o completamente dal nulla. Il loro ruolo è di vitale importanza per il vocabolario di una lingua, in quanto servono per espanderlo o per adattarlo alle abitudini delle nuove generazioni, colmando delle lacune. Il fatto, dunque, è prettamente comunicativo, oltre che culturale. Ciò spiega anche perché molti dei neologismi della lingua italiana derivano da parole inglesi. Ma come nascono, e quali sono quelli più famosi?
Perché nascono i neologismi e qual è il loro ruolo?
Come anticipato poco sopra, i neologismi nascono per due motivi principali. Il primo è colmare una lacuna nella lingua, ad esempio quando viene introdotto un nuovo concetto che non ha ancora un’espressione adatta. In secondo luogo, i neologismi servono per adattare la lingua alle nuove tendenze, e in questo caso entrano in gioco aspetti importanti come i cambiamenti culturali e sociologici. Per quel che riguarda la nascita di un neologismo, generalmente questa avviene attraverso un fenomeno di fusione. In sintesi, semplicemente si aggiunge un suffisso o un prefisso alla parola che funge da base.
Questo è ad esempio il caso dei nuovi verbi, come nel caso di “startare”, termine spiegato dall’Accademia della Crusca. Quando invece due parole vengono unite, in tal caso si parla di “tamponamento”. Una terza via per creare un neologismo è la traduzione italianizzata di un termine straniero, adattandola alle regole grammaticali dell’italiano. Da non confondere questa procedura con il forestierismo, noto anche come prestito linguistico, che prevede l’ingresso della parola straniera nel vocabolario di una lingua senza che possa subire modifiche (come ad esempio è accaduto con “know-how”). Infine, i neologismi nascono anche sull’onda dei topic di tendenza, come successo di recente con parole come “petaloso”, introdotta dal mondo della pubblicità. In genere, però, hanno vita breve.
Quali sono i neologismi più famosi?
Sono tantissimi i neologismi che ogni anno entrano a far parte del vocabolario della lingua italiana, siano essi accettati o meno dall’Accademia della Crusca. Fra gli ultimi, nonché fra i più famosi, troviamo ad esempio il termine “cringe”, che può essere utilizzato quando ci si sente in imbarazzo per qualcun altro. Ovviamente più gli argomenti diventano tecnici, più tendono a diffondersi dei neologismi. Nel mondo delle sigarette elettroniche, ad esempio, è stato di recente introdotto il termine dripping, sul quale alcuni servizi del settore hanno dedicato un approfondimento, non a caso. Si tratta, in sintesi, di una tecnica di svapo che consiste nel far cadere alcune gocce di liquido direttamente sulla resistenza.
Naturalmente la lista dei neologismi di recente introduzione è molto vasta, e comprende moltissime parole coniate nel settore del gaming, come “pingare”, “ressare/spawnare”, “flammare”, “camperare”, “killare” e molti altri ancora. Se invece si amplia la prospettiva, uscendo dai vocabolari settoriali, troviamo molte altre parole molto più familiari, come nel caso di boomer, algocrazia, salto di specie (introdotto a causa del Covid) e via discorrendo. Infine, è bene sottolineare che ogni anno i vocabolari introducono centinaia di parole nuove. Nel 2022 è accaduto anche con lo Zingarelli, che ha introdotto 100 termini nuovi, come ad esempio videoricetta, biohotel e docuserie.