Dieci anni fa era salito suo malgrado alla ribalta della cronaca perché, tornato nella sua casa Ater di via del Cortivo a Campalto, aveva trovato la porta sigillata a causa di una lunga morosità.
Ora R.F., 62 anni, vive in una residenza per persone non autosufficienti ma si ritrova ad affrontare una nuova “bega”, sempre legata a quella vecchia abitazione. All’uomo, che soffre di una malattia degenerativa, è stata infatti recapitata una raccomandata da parte di una società di recupero crediti – che ha ricevuto il credito da Eni gas e luce – nella quale si richiede il pagamento di una sessantina di fatture per una somma totale di circa 16mila euro. Una vera e propria mazzata per la quale ora la figlia, amministratrice di sostegno dell’uomo, ha chiesto l’intervento dell’ufficio legale dell’Adico, il quale si è già attivato per inquadrare meglio una situazione dai contorni poco chiari.
Le pretese economiche, infatti, si riferiscono ai consumi nella casa di via del Cortivo e riguardano un periodo molto lungo: dal 2004 al 2015. “In linea di massima le fatture sono tutte prescritte – sottolinea Carlo Garofolini, presidente dell’Adico. – Non solo. Quelle che si riferiscono agli anni che vanno dal 2010 al 2015 non sarebbero comunque addebitabili all’uomo che nel 2010 si è trovato la porta di casa sigillata e ha avuto solo il tempo di prendere alcuni effetti personali prima di abbandonare definitivamente l’alloggio. Con ogni evidenza la fornitura è rimasta aperta”.
Destano perplessità anche alcuni dei pagamenti richiesti dato che certe fatture contestano importi sproporzionati, fino a 450 euro. “Le verifiche naturalmente procederanno senza sosta – conclude Garofoloni – per capire cosa sia successo e perché sia stata inviata una fattura di questo genere al 62enne mestrino. Chiederemo naturalmente l’annullamento di ogni pretesa visto che non ne esistono i presupposti”.