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Mario Draghi agli studenti di Sommacampagna: “Stare insieme aiuta a capire chi siete”

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Tutto è partito dalle lettere di alcuni studenti della scuola media “Dante Alighieri” di Sommacampagna. Argomento, la guerra tra Russia e Ucraina. Come risposta, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha scelto di intervenire di persona, incontrando i ragazzi ieri mattina.

Ad accogliere Mario Draghi, il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, il sindaco di Sommacampagna Fabrizio Bertolaso, la dirigente scolastica Emanuela Antolini e altre autorità locali.

Mi verrebbe da dire: ben tornato a casa”, questo l’esordio di Luca Zaia nel suo discorso di benvenuto. Carlo Draghi, padre del premier, infatti, era padovano. Origine sottolineata anche dal presidente del Consiglio “Anch’io sono mezzo veneto”.

“Una delle domande che erano previste in questa conversazione in classe era ‘Presidente qual è il suo idolo?’. Più che pensare a idoli, spesso penso a qualcuno nella mia vita cui devo qualcosa per quel che sono diventato, per quello che ero, per tutto”, ha detto Mario Draghi.

“E mi vengono in mente tre gruppi di persone: uno, io devo moltissimo ai miei genitori, non tanto devo dire dal punto di vista materiale, ma dal punto di vista spirituale, psicologico, formativo, l’amore per il lavoro. Il fatto che bisogna lavorare, è importantissimo, è parte della nostra esistenza. Il rispetto delle regole, ma anche una consapevolezza, sapere chi sei, che cosa ci stai a fare qui, cos’è che combini. Te lo devi chiedere tutti i giorni, cos’è che ho fatto oggi. Ecco, questa è una delle cose che vengono da parte della mia famiglia di origine. Poi ho avuto degli insegnanti straordinari, a scuola, all’università, e anche dopo negli studi successivi che ho fatto in America e anche in Italia. Quanti insegnanti bravi ci siano la gente non lo capisce, lo ignora. Ma sono tanti e bravissimi, e in un certo senso voi li avete davanti”, ha proseguito.

I ragazzi gli hanno poi donato una rosa, destinata alla moglie: “Per tornare alla rosa, la terza persona più importante a cui effettivamente devo gran parte di quel che ho fatto negli ultimi 40-50 è mia moglie. Ogni tanto mi viene in mente la quantità di fesserie che avrei fatto se non ci fosse stata lei. E anche alla capacità di capire il momento psicologico – ne ho attraversati tanti nella mia vita. E poi la famiglia che si è creata, i figli, i nipoti della vostra età. Quindi, è tutta una storia bella che si centra su di lei, quindi un applauso per lei”.

“Spero che l’anno prossimo non ci sia più bisogno di mascherine e che la pandemia non torni – ha continuato Draghi – So quanto avete sofferto. Alla vostra età è importante stare insieme. Gli insegnanti vi aiutano ad avere consapevolezza, assieme ai genitori, ma anche i vostri amici. Stare insieme aiuta a capire chi siete”.

Infine, Mario Draghi è andato all’argomento della sua visita, in risposta alle lettere ricevute dagli alunni di Sommacampagna: la guerra in Ucraina. “Si deve cercare la pace”, ha spiegato, soffermandosi sulla sua telefonata con Vladimir Putin. Argomenti, la pace, il cessate il fuoco il dialogo con Volodymyr Zelenski. “Non è il momento”, ha risposto Putin.

Infine, il presidente del Consiglio ha spiegato ai ragazzi la situazione attuale, trasferendola ipoteticamente nel loro quotidiano: “Chi attacca ha sempre torto. C’è differenza tra chi è attaccato e chi attacca. Come quando uno grande e grosso prende a schiaffi per strada uno più piccolo (…). Quello più piccolo è più grande e si difende dagli schiaffi perché è stato aiutato dagli amici e perché combatte e si difende per la libertà”.

Credits fotografici, www.governo.it. licenza CC-BY-NC-SA 3.0 IT

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