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L’Italia a rischio monopolio educativo | Intervista ad Anna Monia Alfieri

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Nella Giornata Internazionale della Famiglia, che ricorre il 15 maggio di ogni anno, abbiamo scelto di intervistare Suor Anna Monia Alfieri sul controverso mondo della scuola e la famiglia: “La possibilità di scegliere tra una scuola statale e una scuola paritaria non è un vezzo dei liberali o dei cattolici, ma un’esigenza di diritto civile fondamentale. Questa scelta non solo permette di risparmiare denaro, ma consente anche di garantire un alto livello di qualità grazie alla sana competizione tra le due opzioni. Inoltre, permette ai genitori di sentirsi responsabili primi dell’educazione dei loro figli, indipendentemente dalle loro condizioni economiche”.

Chi è Anna Monia Alfieri?

“Mi considero una persona normale, ma profondamente idealista. Lavoro con i numeri e rispetto le leggi, il che mi conferisce una buona dose di realismo e pragmaticità. Tuttavia, non ho mai smesso di essere una sognatrice che crede che in Italia i genitori dovrebbero poter scegliere liberamente tra una scuola statale e una scuola paritaria, senza alcuna discriminazione economica. Questo, a mio avviso, sarebbe un segno di grande libertà e rispetto per la persona. Sono convinta che non sia sufficiente riconoscere un diritto se non viene garantito, ed è per questo che ho dedicato tutta la mia vita a questi ideali concreti. Sono anche convinta che i giovani abbiano la capacità di sviluppare un senso critico e di approfondire le notizie, motivo per cui scrivo numerosi articoli e promuovo la filosofia del “sapere aude“. Inoltre, come religiosa, cerco di rimanere fedele a Dio e di conciliare il mio impegno civile e morale con la mia vita spirituale”.

Lei è membro del gruppo di lavoro dell’istruzione non statale dal 2 febbraio 2003. Un tempo molto lungo. La sua esperienza?

“Ho avuto il privilegio di collaborare con tutti i ministri dell’Istruzione, a partire dalla ministra Gelmini fino alla ministra Giannini passando per la ministra Fedeli, il ministro Bianchi e, attualmente, il ministro Valditara. Questa esperienza mi ha fatto capire che la libertà di scelta educativa è un principio che va oltre la politica e si estende a tutta la società, indipendentemente dalle convinzioni personali. Questo principio va oltre le letture piccole e strumentali e rappresenta un valore universale che dovrebbe essere rispettato da tutti.

Tuttavia, la situazione attuale in Italia è preoccupante e rappresenta un disastro preannunciato. Troppi genitori sono stati delegittimati e la famiglia, che per la Costituzione italiana e per il buon senso civico dovrebbe avere la responsabilità educativa sui propri figli, si trova oggi di fronte a scelte limitate e difficoltà economiche. In molti paesi europei, come la Francia, la Germania, la Finlandia e la Svezia, la famiglia ha il diritto e la responsabilità di scegliere tra una scuola statale gestita dallo Stato o una scuola non statale gestita da privati accreditati, senza alcun condizionamento economico.

In questo contesto, vorrei sottolineare che la scelta educativa dovrebbe essere un diritto universale e che tutte le famiglie dovrebbero poter scegliere liberamente, senza alcuna discriminazione economica. Questo è un principio fondamentale che dovrebbe essere rispettato in ogni paese, compreso l’Italia.

La possibilità di scegliere tra una scuola statale e una scuola paritaria non è un vezzo dei liberali o dei cattolici, ma un’esigenza di diritto civile imprescindibile. Questa scelta non solo permette di risparmiare denaro, ma consente anche di garantire un alto livello di qualità, grazie alla sana competizione tra le due opzioni. Inoltre, permette ai genitori di sentirsi responsabili primi dell’educazione dei loro figli, indipendentemente dalle loro condizioni economiche.

Tuttavia, in Italia, non è stato possibile garantire questo diritto fondamentale, nonostante la legge sia scritta in modo impeccabile. Lo stato italiano, per interessi terzi e di poteri forti, riconosce de facto solo la scuola statale, che apparentemente sembra gratuita, ma in realtà costa 8mila euro di tasse dei cittadini. Se si sceglie la scuola paritaria, bisogna pagare due volte le tasse prima e le rette poi, il che significa che le famiglie che non hanno i mezzi economici sono costrette a scegliere la scuola statale e non hanno il diritto di scelta.

Questa situazione è inaccettabile e va contro il principio di uguaglianza e di libertà di scelta educativa. In molti altri paesi europei, come la Francia, la Germania e la Svezia, la famiglia ha il diritto di scegliere liberamente la scuola dei propri figli, senza alcuna discriminazione economica. Questo dovrebbe essere il nostro obiettivo anche in Italia, per garantire un’istruzione di alta qualità e un futuro migliore per le nuove generazioni.

Il concetto chiave è che se discriminiamo i genitori in base alle loro condizioni economiche, come possiamo permettere loro di esercitare la loro responsabilità educativa in modo consapevole? Questo tipo di discriminazione legittima i genitori e ha conseguenze negative sui docenti, che sono tra i più sottopagati in Italia. Inoltre, i docenti sono stati ingannati per anni dai poteri forti della politica, dei sindacati e della burocrazia”.

Soffermiamoci sui docenti. Cosa pensa Anna Monia Alfieri?

“La situazione attuale ha causato una grande insoddisfazione tra i docenti, che si sentono ingannati, precari e sottopagati. Nessuno ha detto loro la verità, ovvero che i posti di lavoro disponibili sono soprattutto nel nord, il che avrebbe permesso a qualcuno di scegliere un’altra carriera, invece di passare anni a laurearsi e diventare insegnante.

La politica ha fatto le proprie campagne elettorali sulla pelle di questi docenti, promettendo loro un posto sicuro attraverso le immissioni in ruolo e i concorsi per qualsiasi disciplina si fossero laureati e abilitati, ma questi sono stati solo inganni. Anche i sindacati hanno considerato la scuola come un “posticino”, quando in realtà dovrebbero difendere gli interessi dei docenti e dei genitori.

La verità è che degli 8 milioni di studenti in Italia, un milione si trova in Lombardia e 285mila in Calabria. È evidente che non tutti i docenti calabresi e del Sud avrebbero potuto insegnare la loro disciplina nella propria regione, perché le cattedre si trovano soprattutto nel nord.

È importante che la scuola diventi un luogo di inclusione e uguaglianza, dove i genitori possano esercitare la loro responsabilità educativa in modo consapevole e i docenti vengano adeguatamente pagati e valorizzati per il loro lavoro. Solo così si può garantire un’istruzione di qualità per tutti gli studenti, indipendentemente dalla loro provenienza geografica o dalle condizioni economiche delle loro famiglie”.

Scuole paritarie e scuole statali

“Ho cercato di fare chiarezza su questa questione negli ultimi anni, dimostrando che l’allievo della scuola statale non è gratuito, ma costa effettivamente circa 8mila euro l’anno. D’altra parte, non è vero che la scuola paritaria è solo per i ricchi, le rette sono di gran lunga inferiori al costo medio studente. Lo Stato sostiene anche questi studenti, con un irrisorio contributo di 500 euro. Inoltre, la scuola paritaria fa risparmiare allo stato italiano 5,141 miliardi di euro, come dimostrano le cifre precise.

Non è vero che la scuola paritaria ruba i soldi alla scuola statale, anzi, la verità è l’esatto contrario. Abbiamo dovuto smascherare queste menzogne nei numeri, dimostrando che la scuola paritaria riceve un contributo statale di 500 euro a fronte del costo di un allievo della scuola statale di 8.000-10.000 euro. Quindi le scuole paritarie, i genitori e gli allievi di queste sono i primi finanziatori dello Stato Italiano per 6Mlnd di euro.

Inoltre, abbiamo dovuto smascherare la menzogna che con l’ultima campagna elettorale si sarebbero dati posti di lavoro a tutti i docenti attraverso i concorsi, quando in realtà molte delle cattedre disponibili si trovano solo nel nord del Paese.

È importante che gli studenti possano scegliere liberamente tra la scuola statale e quella paritaria, senza essere discriminati sulla base delle loro condizioni economiche. Il governo dovrebbe garantire un’istruzione di qualità per tutti gli studenti e valorizzare il lavoro dei docenti, che sono fondamentali per il successo del sistema educativo. Inoltre, dovrebbe essere garantita la trasparenza sui costi delle due opzioni, in modo che le famiglie possano fare scelte consapevoli e giuste per i loro figli.

Infine, la chiusura delle scuole paritarie avrebbe un costo elevato per lo stato, che dovrebbe coprire le spese degli studenti che si trasferirebbero nella scuola statale, pari a 800 Mila allievi per 7.000 € (CMS) per un totale di euro 5.600.000.000. È importante valutare attentamente le decisioni in materia di istruzione, per garantire un futuro migliore per tutti gli studenti e per la società nel suo complesso.

Sono curiosa, ma soprattutto fiduciosa, di vedere come l’attuale governo affronterà questi temi, considerando che ha condotto la sua campagna elettorale su queste questioni. Sembra che il premier Meloni e il ministro Valditara siano molto determinati nel considerare le scuole paritarie pubbliche e nel garantire a queste pari diritti e pari dignità rispetto alla scuola statale”.

Scuola, politica e burocrazia

“La situazione attuale è il risultato di tre poteri forti: politica, sindacati e burocrazia, che hanno ostacolato il cambiamento. Tuttavia, abbiamo smantellato questi poteri con i numeri, dimostrando che la confusione legittima la discriminazione e la sofferenza dei genitori è enorme.

Con i numeri abbiamo anche smascherato il potere della burocrazia. Come è possibile che un allievo della scuola statale costi 8mila euro di tasse dei cittadini, ma la scuola non ha neanche la carta igienica o i docenti di sostegno necessari? In un sistema perfetto, la scuola potrebbe costare solo 5.500 euro, dato come voucher per le famiglie, che potrebbero scegliere liberamente tra la scuola statale e quella paritaria. Tuttavia, questo risparmio di denaro non è ancora avvenuto.

Abbiamo cercato di aiutare i genitori a riappropriarsi del ruolo educativo sui loro figli, sostenendo che la scuola deve essere un’agenzia educativa che li supporta, non li sostituisce. I genitori hanno il diritto di scegliere liberamente tra la scuola statale e quella paritaria.

In sintesi, la congiuntura sembra favorevole alle famiglie, poiché i tre poteri forti stanno perdendo il loro potere e il governo sembra impegnato a garantire un’istruzione di qualità per tutti gli studenti, senza discriminazioni. È importante che la società sostenga questo impegno, perché l’istruzione è fondamentale per il futuro del Paese e delle nuove generazioni”.

Considerando la situazione attuale in Italia, qual è il suo messaggio ai genitori che si trovano in difficoltà riguardo alla scelta dell’istruzione dei propri figli?

“È importante chiarire che la libertà di scelta educativa delle famiglie non è un privilegio dei ricchi, ma esattamente l’opposto. I ricchi possono permettersi sia la scuola statale sia quella paritaria, mentre i poveri non possono permettersi nulla e vengono delegittimati.

Inoltre, è fondamentale garantire il pluralismo educativo in Italia, includendo sia scuole statali sia paritarie, per innalzare il livello di qualità di entrambe le opzioni, in particolare per i poveri. Le scuole paritarie che costano 3mila euro l’anno si indebitano anche loro e non possono chiedere rette che coprano completamente i costi, il che rappresenta un problema culturale.

Garantire la possibilità di scelta educativa serve proprio a scongiurare un rischio altissimo per l’Italia, perché la qualità dell’istruzione è fondamentale per il successo del Paese e delle nuove generazioni. È importante che la società prenda sul serio questi problemi e investa nell’istruzione, valorizzando il lavoro dei docenti e del personale scolastico, senza discriminazioni economiche o sociali. Solo così potremo costruire un futuro migliore per tutti”.

Lei ha dichiarato che l’Italia è a rischio monopolio educativo

Sì, il vero pericolo per l’istruzione in Italia è rappresentato dal monopolio educativo, che impedisce la concorrenza e la scelta educativa. È importante che la società e il governo investano nella valorizzazione del lavoro dei docenti e del personale scolastico, senza discriminazioni economiche o sociali, per garantire un’istruzione di qualità per tutti gli studenti, indipendentemente dalla loro provenienza.

È ironico che molti improvvisati “antifascisti” vedano il pericolo del fascismo in Italia oggi, quando in realtà il vero pericolo è rappresentato dal monopolio educativo. La presenza delle scuole paritarie nel Nord Italia è del 37% grazie a politiche scolastiche intelligenti, come quelle attuate dalle regioni Lombardia e Veneto, che hanno salvato le scuole paritarie dei poveri e permesso ai meno abbienti di scegliere attraverso la dote scuola e il voucher.

In contrasto, nel Sud Italia la scuola paritaria è presente solo al 4%. Questa differenza produce una disparità tra le scuole statali, che non hanno concorrenti in termini di qualità, e le scuole paritarie, che sono un’alternativa valida e di qualità.

Guardando all’Italia, non solo all’Europa, possiamo constatare che politiche scolastiche a favore della libertà di scelta educativa delle Regioni Lombardia, Veneto, Piemonte, hanno pemesso la scelta educativa ai meno abbienti. La qualità dell’istruzione in Italia potrebbe migliorare notevolmente se ci fosse una maggiore concorrenza tra le scuole statali e paritarie.

La possibilità per le famiglie di scegliere tra scuola statale e paritaria non è solo un vezzo liberale, ma ha una finalità molto importante: migliorare la qualità dell’istruzione statale e fornire maggiori opportunità ai meno abbienti, colmando le disparità di partenza”.

Ad esempio, offrire scuole gratuite nel Sud Italia consentirebbe alle donne di andare a lavorare, dando loro la possibilità di sfuggire alla violenza domestica.

“La presenza delle scuole paritarie nel Nord Italia, con un pluralismo del 37%, è in netto contrasto con il Sud, dove la scuola paritaria rappresenta solo il 4%. Questa differenza evidenzia la necessità di una maggiore concorrenza tra le scuole, che potrebbe portare a un miglioramento della qualità dell’istruzione statale e alla possibilità di scelta educativa per tutti.

È importante, quindi, che la società e il governo si impegnino a valorizzare il lavoro dei docenti e del personale scolastico, senza discriminazioni economiche o sociali, per garantire un’istruzione di qualità per tutti gli studenti. Solo così potremo costruire un futuro migliore per il Paese e per le nuove generazioni.

Indipendentemente dalla qualità dell’istruzione, la scuola gestita esclusivamente dallo Stato rappresenta un rischio per l’Italia. Ripeto, l’Italia è a rischio monopolio educativo, il che significa che le scuole statali non hanno concorrenti in termini di qualità e opzioni di istruzione.

È importante unire i valori civili e morali con l’impegno sociale per garantire un’istruzione di qualità per tutti gli studenti in Italia. Invece di concentrarsi sui fantasmi dei regimi del passato, dobbiamo affrontare i problemi reali e attuali dell’istruzione nel nostro Paese. Il monopolio educativo è sempre l’anticamera del regime. Questo è il vero pericolo da contrastare”.

Quante scuole paritarie ci sono in Italia?

“Attualmente, ci sono 8.462 scuole paritarie dell’infanzia, 1.354 della scuola primaria, 616 della scuola secondaria di primo grado e 1.596 della scuola secondaria di secondo grado. Il numero di alunni nella scuola paritaria è di 464.419 nell’infanzia, 159.505 nella primaria, 67.702 nella secondaria di primo grado e 124.160 nella secondaria di secondo grado.

In proporzione ai bambini che frequentano la scuola statale, il numero di alunni che frequentano la scuola paritaria è relativamente basso, con una spesa di circa 500 euro l’anno per studente.

Nella scuola statale, ci sono 13.178 scuole dell’infanzia, 14.669 scuole primarie, 7.233 scuole secondarie di primo grado e 5.165 scuole secondarie di secondo grado. Il numero di alunni nella scuola statale è di circa 8,3 milioni, di cui 2.308.225 nell’infanzia, 1.000.583 nella primaria, 2.000.005 nella secondaria di primo grado e 1.158.590 nella secondaria di secondo grado.

Sia la scuola statale sia quella paritaria hanno un ruolo importante nell’educazione dei bambini italiani, e dovrebbero essere entrambe valorizzate per il loro contributo alla formazione delle nuove generazioni”.

La Giornata internazionale della Famiglia, istituita nel 1993 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (Risoluzione A/RES/47/237), nasce per diffondere una maggiore consapevolezza a livello globale in merito ai processi sociali, economici e demografici che coinvolgono le famiglie nel mondo.  Il suo messaggio?

“È importante che il governo e la società nel suo insieme valutino attentamente l’importanza dell’istruzione e investano in essa. È fondamentale garantire un’istruzione di qualità per tutti gli studenti, senza discriminazioni economiche o geografiche. Inoltre, i docenti e il personale scolastico devono essere valorizzati e adeguatamente retribuiti per il loro lavoro, che è essenziale per il successo del sistema educativo”.

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