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Limitare le aperture festive dei centri commerciali. Parla Marcello Criveller

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Il presidente regionale di Confcooperative Consumo-Utenza, Marcello Criveller, condivide con la nostra redazione il proprio pensiero in merito alla limitazione delle aperture festive dei centri commerciali

 
 
Federcooperative Consumo-Utenza Veneto ha volutamente lasciato scorrere qualche tempo prima di prendere posizione, come fa ora, su un tema di grande attualità come quello del tentativo di limitare le aperture festive dei centri commerciali, escluse ovviamente le zone turistiche e i centri storici, in parziale riforma della disastrosa normativa “Monti”.
 
Il processo di formazione legislativo, dopo essere finalmente approdato in Parlamento, pare essersi nuovamente bloccato. Come troppo spesso accade, quando non si hanno argomenti ma “pressioni”, non si trova di meglio delle lungaggini… a tempo perduto.
 
Nei giorni scorsi alcuni parlamentari di maggioranza hanno motivato la sospensione del percorso di esame della nuova legge che dovrebbe mettere un freno alle aperture indiscriminate, con la necessità di ulteriori audizioni in commissione. Chi scrive ha partecipato a una di queste audizioni e tutto era apparso fuorché che i parlamentari della commissione avessero voglia di ascoltare oltre le opinioni dei soggetti che ne avevano titolo (categorie, associazioni datoriali, sindacati ecc.).
 
Abbiamo assistito in queste settimane a un vero e proprio “terrorismo” mediatico con cifre da capogiro sparate come rischio di disoccupazione in caso di chiusure festive. Certamente qualche posto di lavoro potrà essere perso, ma dobbiamo intenderci di che tipo di occupazione parliamo… certamente non full time ed a tempo indeterminato, non quella che le cooperative di consumo assicurano ai propri collaboratori. La verità è semplice e triste. C’è un fuoco di fila delle grandi catene commerciali, tramite il loro organismi di rappresentanza, Federdistribuzione e altri, per bloccare ogni tentativo di regolamentazione delle aperture. E stanno avendo buon gioco sulla politica, che guarda caso si lascia pesantemente condizionare.
 
Il tema della difesa del microtessuto commerciale, che è un autentico servizio sociale che è l’unico argine al deserto di servizi in moltissime zone del paese, sfugge ai più. Tessuto che non può tenere testa ai mega centri commerciali e ai potentati della vendita online. Ma è questo il tessuto prezioso che dà lavoro vero a centinaia di migliaia di persone ed a intere famiglie, Sono questi soggetti, lavoratori con la L maiuscola, che almeno la domenica hanno il diritto di respirare.
 
Quanti paesini di campagna o di montagna, già senza scuole, preti, bar, medici, farmacia ecc. ecc., senza un negozio stanno morendo? Ma di questo nessuno si preoccupa a nessun livello né nazionale, né regionale (Assessore Marcato: se ci sei batti un colpo!!), né locale, a parte qualche lodevole eccezione.
 
Le Cooperative di consumo, che anche su questo si sentono a fianco delle organizzazioni di rappresentanza dei piccoli negozianti, da anni sono impegnate a dare valore ai VALORI e al proprio lavoro e a tenere testa in una competizione che non ha più regole. I posti di lavoro persi, quelli si veri, sono ad esempio i 600 posti in meno annunciati ieri da Carrefour che deve affrontare la realtà di un mercato impazzito. E a quante altre “Carrefour” assisteremo?
Allora prima si arriva a una regolamentazione che ridia dignità al commercio – fatto prima di tutto di persone, di vissuto umano, di passione e competenza – meglio è. Recuperando una dimensione più umana della festa e facendo scoprire ai patiti della
che quelle ore possono essere usate molto meglio con una passeggiata, un film, una visita parentale o in mille altre cose che non siano le assurde code al centro commerciale.
Per questo continueremo la nostra battaglia aperti a ogni confronto.

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