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La rubrica del venerdì: una vita fatta di sorprese

4 minuti di lettura

Nel 150esimo anniversario della nascita e nel 100esimo della fondazione della DC, continuiamo l’analisi della poliedrica figura di raffinato uomo di cultura, di religioso irreprensibile e politico di spicco di:

Don Luigi Sturzo

 
Analizzando con un po’ di attenzione la biografia di don Luigi Sturzo mi sono accorto che tutta la sua vita è fatta di continue sorprese. Sembrano studiate a tavolino mentre probabilmente sono da affidare al caso.
 

Durante la fanciullezza

Era nato da una famiglia nobile e blasonata, molto ricca e benestante e inoltre sappiamo che era fisicamente gracile e cagionevole di salute, eppure già da ragazzino riuscì a sorprendere i suoi genitori svelando loro che vuole entrare in un Seminario per seguire la strada lunga e difficile verso il Sacerdozio.
 

Da studente

Da studente ancora giovanissimo, durante la permanenza romana, per conseguire la laurea in Teologia ed il baccalaureato in Filosofia, deve aver stupito non poco i suoi Superiori quando riuscì a dimostrare di essere già in grado di insegnare nello stesso Seminario di Caltagirone dove lui stava ancora perfezionando la sua formazione, ai suoi colleghi di teologia e di liceo, filosofia, sociologia, diritto pubblico ecclesiastico, italiano e canto sacro.
 

Da sacerdote

Una volta ordinato Sacerdote sicuramente stupì il suo Vescovo, i suoi Superiori e chiunque lo conoscesse a Caltagirone quando svelò di voler abbracciare per realizzare la sua attività professionale ed espletare il suo Ministero sacerdotale, la difficile strada della politica che si sa è fatta di continui compromessi e talvolta anche di finzione, difetti che lui condannò categoricamente sempre ed evitò per tutta la vita. Fece il pro sindaco della sua città per ben 15 anni senza l’ombra di una scorrettezza.
 

In politica

Da giovane Sacerdote dovette sorprendere non poco il suo Vescovo quando intenzionato a fondare un Partito politico non si rivolse alla classe bene e privilegiata, approfittando dell’appoggio che la Chiesa cattolica non gli avrebbe sicuramente fatto mancare, ma si rivolse alle categorie più deboli e povere della società in cui viveva, i contadini e gli operai, ai quali propose alcuni diritti fondamentali deprecando tutti i doveri ai quali erano stati sottoposti in passato per lunghissimo tempo, sviluppando le idee di Giuseppe Garibaldi che già circolavano ampiamente per tutto il territorio nazionale.
 

Acerrimo antifascista

In maniera molto palese, per non dire eclatante, sorprese l’intera Italia politica, compresa l’elìte della società benpensante dell’epoca, che respirava decisamente aria di dx, con l’appoggio silente della Chiesa Cattolica la quale in diverse occasioni fece orecchie da mercante difronte alla prepotenza di Benito Mussolini ed il regime fascista, anche quando ebbe l’ardire di emanare e fare attuare le deprecate leggi fasciste. Sturzo invece si era opposto anche alla proposta di appoggiare Mussolini per la formazione del suo primo governo, che lo portò poi alla dittatura.
 

Quando scelse la via dell’esilio

Dovette sorprendere perfino il suo nemico storico e personale che era Mussolini quando don Luigi Sturzo scelse, per evitare che lo rinchiudesse in un carcere del regime fascista o glielo imponesse il Duce dopo una pesante campagna diffamatoria nel suoi confronti, l’esilio liberamente prima in Inghilterra e dopo in America per un periodo abbastanza lungo della sua vita, nell’età della maturità, durato   una ventina d’anni, durante i quali scrisse le sue opere principali e riuscì a svolgere la sua attività politica più significativa.
 

Nel 1943 di ritorno dall’esilio

Quando, su proposta di Alcide De Gasperi, nel 1943 fu fondata la Democrazia Cristiana, nella quale convogliarono anche tutti gli iscritti e militanti del Partito Popolare, don Luigi Sturzo, ormai leader politico indiscusso, tornato in Italia dall’esilio, con una mossa intelligente riuscì a sorprendere e stupire anche tutti suoi compagni di viaggio, rifiutando la tessera del nuovo partito (la DC) appena nato, perché si era accorto che nel mucchio c’erano personaggi sospetti, vecchi liberali suoi avversari politici.
 

Quando denunciò e apostrofò per primo la mafia

Sorprese e stupì di sicuro l’intera società civile internazionale quando, intorno agli anni venti, subito dopo la fine della prima guerra mondiale, da umile e ancora quasi sconosciuto prete di provincia, per primo ebbe il coraggio di denunciare ed apostrofare duramente criticandone il comportamento e le malefatte in un pubblico comizio alla vigilia di una tornata elettorale, la mafia agli albori della sua storia criminale. Già serpeggiava e si vedeva crescere vistosamente il fenomeno mafia, ma nessuno aveva avuto ancora il coraggio di denunciarne l’esistenza e sferrare immediatamente la lotta per sconfiggerla già sul nascere.
 

Il fatidico Governo Tambroni

Nel 1960 dopo alcuni tentativi andati a vuoto per formare un nuovo Governo per mancanza di numeri, il Presidente della Repubblica allora in carica, Giovanni Gronchi, diede quel difficile incarico all’Onorevole democristiano Fernando Tambroni dell’ala di estrema destra della DC, il quale presentò e presiedette un Governo monocolore col solo appoggio in parlamento del Partito dell’MSI di Giorgio Almirante di ispirazione palesemente fascista. Il Senatore Luigi Sturzo e sul suo esempio anche l’On. Alcide De Gasperi, si oppose votando contro quel Governo. Fu quella una vera sorpresa per l’intero mondo politico italiano ed anche per la Chiesa di Roma che considerò il voto di Sturzo e di De Gasperi una inspiegabile insubordinazione.
 

In occasione della “legge truffa”

Subito dopo la seconda guerra mondiale e dopo la morte di Alcide De Gasperi, all’interno della Democrazia Cristiana, prima dell’arrivo fra le sue fila di Amintore Fanfani, Aldo Moro Ciriaco De Mita, si respirava aria decisamente di dx e parecchi esponenti di spicco non disdegnavano l’appoggio esterno ai loro governi dell’MSI. In quel frangente un gruppo di parlamentari democristiani prepararono una bozza di legge per mettere il Partito Comunista fuori legge, alla quale Sturzo si oppose energicamente, sorprendendo tutta la corrente di sx della quale lui ovviamente faceva parte ed inasprendo i suoi personali rapporti col Vaticano.
 

A cura di Nuccio Sapuppo

 
Photo Credits: romasette.it

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