Domenica scorsa si è tenuto il referendum consultivo per l’autonomia del Veneto dove l’affluenza si è registrata attorno al 57% con una percentuale di voti favorevoli del 95%.
Abbiamo intervistato il Consigliere Regionale Riccardo Barbisan, Lega Nord, in merito ad alcuni punti salienti del Referendum.
Quali sono le conseguenze immediate del referendum?
La conseguenza più immediata è che si è riaperto un grande dibattito nel paese sul tema del rapporto centro – periferia e sulla questione settentrionale. Dibattito completamente spento con l’arrivo del Governo Monti e che si voleva seppellire con la riforma della costituzione voluta da Renzi. Invece, oggi possiamo discutere di nuovo di un assetto federalista dello stato, di nuove competenze, di risparmio della spesa pubblica a partire dai “costi standard”. Chi voleva l’astensione voleva evitare tutto questo. Per fortuna non ha prevalso.
Ci sono possibilità concrete che il Governo accolga tutte le richieste del Veneto?
Le richieste della Regione sono tutte le competenze devolvibili alle regioni e già previste in Costituzione. Non ce le siamo inventate, sono scritte dal 2001 in Costituzione ma mai nessuna regione ha ottenuto la loro assegnazione. Fu il centro sinistra a fare quella riforma e oggi al Governo ci sono sempre loro. Se non ci concedessero le materie che loro stessi hanno elencato come “cedibili” dallo stato alle regioni tradirebbero loro stessi.
La richiesta di trattenere gran parte delle tasse che non confluiranno più allo Stato è la più dura. Ci sono possibilità che venga accolta, anche parzialmente?
Anche qui non chiederemo altro che l’attuazione dell’articolo 119 della costituzione che parla chiaramente di autonomia fiscale e di “tributi ed entrate propri” per gli enti locali. Su questo si innestò la legge delega sul federalismo fiscale iniziato nel 2009 e poi lasciato cadere con la caduta del Governo Berlusconi. Ora si può ripartire.
Valentina Nespolo