Giuliana Tochet, Presidente dell’associazione Il Pesco di Mogliano, si è candidata nella lista Davide Bortolato Sindaco ed ha rilasciato una intervista alla nostra testata.
Signora Tochet, spieghi agli elettori quali sono i suoi trascorsi politici e perché ha deciso di candidarsi a queste elezioni amministrative.
Sono avvezza alla politica dal 1994 quando fui eletta vice presidente del quartiere di Marocco, abbandonato da tutti, al quale volevo dar voce. In quella occasione ho capito il mio amore per la politica comunale. Sono stata tre volte consigliere comunale. Ho fatto parte della speciale commissione SPIM per la revisione delle bollette del gas, poi nominata consigliere di parte pubblica in SPIM, divenuta ora Veritas.
Alla mia età avrei voluto abbandonare , ma quando Davide Bortolato mi ha chiesto di far parte della sua lista civica e mi ha esposto il suo programma, non ho esitato e ho detto di sì perché per me fare politica è essere al sevizio dei cittadini e portare in Consiglio la loro voce.
Chi mi conosce sa che ho militato in Forza Italia di cui sono stata capo gruppo in Consiglio Comunale e quindi una coalizione di Centro Destra mi fa sentire a mio agio.
Qualora eletta, in quali campi pensa di poter essere utile alla Sua città?
Devo dire che in questo comune attualmente non vedo la sinistra come entità democratica, ve ne è molta di più nel Centro Destra. Il mio impegno se fossi eletta sarà finalizzato alle politiche sociali, all’emarginazione, agli anziani, ai giovani, ai disabili ed alle persone provenienti da altre nazioni, nella mia associazione il Pesco ci sono africani, balcanici e sud americani.
Vorrebbe ora dare un giudizio sul sindaco uscente?
Cosa penso del sindaco uscente? La signora Arena è stata eletta nel 2014, io a settembre ho deciso di sposarmi al Gris per dare una vita nuova all’Istituto e sfatare la nomea che lo accompagnava da sempre. Ho quindi inoltrato la domanda per averlo come sede municipale di matrimoni, ma dal sindaco, sino ad ora nessuna risposta, è questo il suo sociale? Per il Progetto Regionale Sollievo Alzheimer ho lottato perché venisse accettato, ma riscontrando poco interesse al problema che quasi perdevamo la convenzione con l’Ulss di Treviso.
Per tre anni la nostra associazione ha dovuto arrangiarsi per la mancanza dell’assistente sociale di riferimento e della disorganizzazione dei servizi sociali. Per reperire una sede idonea il sindaco no ha fatto nulla benché la legge regionale sui “sollievo” stabilisca che il comune deve trovare la sede per l’espletamento del servizio, cosa che sono riuscita ad avere gratis dalla direzione del Gris. La sede poi è diventata insufficiente per l’afflusso sempre più numeroso di assistiti e sono stata costretta ad implorare questa amministrazione per trovarmi un nuovo alloggio idoneo, senza alcun risultato. Nel bilancio triennale del comune (2018) erano stati stanziati 50 mila euro per un centro diurno Alzheimer e Parkinson che sarebbe stato gestito dalla nostra associazione, unica presente sul territorio in questo settore.
Questi soldi non sono arrivati. La mia richiesta fatta al comune di sottoscrivere documenti per la banca perché mi concedesse la copertura di un finanziamento per l’acquisto di un immobile adatto al fine, non è stata accolta. Infine avendo dovuto acquistare un pulmino vetusto per trasporto degli assisti, perché quello comunale non garantiva continuità, sono stata obbligata dopo poco ad acquistarne uno nuovo. Ho chiesto all’amministrazione di poter usufruire della somma necessaria, quasi 28 mila euro, per l’acquisto del mezzo. Con delibera del 23/12 il comune mi ha assegnato 18.000 euro quale contributo per l’acquisto del pulmino nuovo e per il restante importo ancora una volta il Pesco si è autotassato.
Dopo tutto questo il mio giudizio sull’operato del sindaco per il sociale non è certamente positivo.