Le sostanze inquinanti usate nelle fabbriche, i fertilizzanti in agricoltura e le fogne che si riversano nei fiumi rendono le acque inquinate e inospitali per la flora e la fauna e quindi pericolose anche per l’essere umano.
Si possono citare tra i tanti due esempi di inquinamento dei nostri fiumi che ci toccano da vicino.
Il Po, che risulta fortemente contaminato da PFAS. Nelle sue acque è stata rilevata una forte concentrazione di C6OA, sostanza appartenente alla famiglia dei PFAS.
L’ARPAV ha rilevato che ogni giorno scorrono nelle acque del Po quattro chilogrammi di questa sostanza inquinante, di cui ancora non si conoscono gli effetti negativi sull’uomo e sull’ambiente.
La Regione Veneto sta chiedendo la regolazione dei limiti sull’uso di questa sostanza. Il Po inoltre risulta inquinato anche da altre sostanze, prima tra tutte i colibatteri fecali.
Altro corso d’acqua rovinato dall’azione dell’uomo è il Sile, fiume di risorgive la cui caratteristica sono le acque limpide, scorre lunga la campagna trevigiana tranquillamente, popolato da specie ittiche come trote e cavedani. Lugo le sue sponde vivono molte specie di uccelli e tantissime sono le piante acquatiche che aiutano a rendere il corso d’acqua pulito.
Tutto questo prima che il fiume entri in città. Molte sono le fonti inquinanti in Treviso, a cominciare dalle fogne. Il Sile, che entra in città limpido, ne esce totalmente inquinato.
A causa di questo inquinamento, nel tratto di fiume tra Treviso e la foce, sono scomparse molte specie animali dalle sue sponde e nelle sue acque. Scomparsi i tuffetti e uccelli acquatici, sono aumentate le nutrie e i pesci siluro; quasi scomparse le trote e i cavedani. Pochissimi anche i cigni, che una volta erano numerosissimi.
Dove invece la natura non è inquinata da sostanze chimiche o da colibatteri, ma solo da plastiche pericolose e quasi indistruttibili, le specie animali tornano e vivono. Un esempio ne sono i fenicotteri rosa, che anche quest’anno sono stati avvistati a Passo Campalto, al Montiron e a Lio Piccolo.