Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo articolo a firma del ricercatore storico Dino Vecchiato
Il 29 ottobre 2021 alle ore 20.42, presso la stazione ferroviaria di Preganziol, è passato lentamente il treno che rievocava il centenario del viaggio verso Roma della salma del Soldato Ignoto avvenuta nell’autunno del 1921. Un’emozione incredibile con la partecipazione delle istituzioni e delle associazioni d’arma e civili del comune. Inoltre, Preganziol ha la fortuna di avere presso la stazione la sede nazionale dell’Associazione Nazionale Ferrovieri del Genio.
Ma Preganziol com’è collegato col Milite Ignoto?
Nel 1921 inizialmente la madre designata a scegliere tra le undici salme raccolte nella cattedrale di Aquileia, era stata Anna Visentini (ex cittadina di Preganziol), la mamma di Giuseppe (1882-1918) e Manlio Feruglio (1892-1917), ambedue morti per cause belliche durante la Grande Guerra. Questi suoi due figli erano nati in località Alle Grazie di Preganziol nella casa lungo il Terraglio dove oggi è ancora visibile la targa dedicata al figlio Manlio, medaglia d’Oro al Valor Militare. Successivamente venne scelta una madre di più umile estrazione con un figlio disperso irredento.
Perché i due figli nacquero a Preganziol?
Il marito Luigi prestò servizio come medico condotto nel comune dal 1875 al 1898, anno della sua morte. Proprio in seguito al suo decesso l’intera famiglia (Manlio aveva sei anni e Giuseppe sedici), si trasferì a Feletto Umberto, in provincia di Udine, luogo natio di Luigi.
Che cosa accadde a Preganziol 100 anni fa?
Il treno speciale che fu allestito per portare a Roma la salma, partito da Aquileia, transitò per Preganziol alle ore 17:15 del 30 ottobre. Alla stazione erano presenti il Sindaco, la Giunta e tutte le autorità, le rappresentanze delle associazioni con le bandiere e il popolo. Quando il treno giunse “tutta la popolazione – così si esprime in tono enfatico alla moda dell’epoca Il Gazzettino –, in religioso silenzio, si scoprì. Il carro funebre fu fatto fermare dinanzi alle Autorità. Le madri si avvicinarono per versare tutto il loro tributo di affetto e di lacrime, mentre molte mani gentili gettavano fiori e fiori.” Il parroco mons. Romanello diede la benedizione e il treno “mestamente” ripartì.